Questo 2014 si appresta alla sua chiusura e, come ormai tradizione, è tempo di classifiche. Mentre il Time incorona come persone dell’anno gli “Ebola Fighters”, i medici impegnati nella lotta contro il temibile virus in Africa, il Financial Times guarda ovviamente all’universo business. E sceglie Tim Cook, il CEO di Apple, come il personaggio più importante dell’anno.
Non si può dire che questo 2014 non sia stato un anno particolarmente fortunato per Apple. Dopo un 2013 forse sottotono, soprattutto in borsa, l’azienda ha saputo ritrovare il suo spirito trainante con i due nuovi iPhone 6, gli smartphone più venduti di sempre. Nel frattempo il valore per azione dell’azienda, dopo lo split 7 a 1 di qualche mese fa, è salito del 50%. E ancora Apple Watch, iPad Air 2, l’acquisizione di Beats: la guida di Tim Cook ha dimostrato d’essere in grado di rimanere sulla cresta dell’onda.
E se non bastassero gli ottimi risultati che Cook ha conseguito nel corso degli ultimi mesi, il Financial Times sottolinea come l’impegno del CEO si manifesti anche su ben altri fronti. Il riferimento è ovviamente alla lunga campagna in favore dei diritti civili voluti dal leader di Cupertino, oltretutto fresco di coming out, ma anche alle lotte in difesa della privacy degli utenti e l’opposizione manifesta alla sorveglianza governativa a seguito dello scandalo NSA.
Se ancora tutto questo non fosse sufficiente, la dirigenza si è impegnata anche in un’operazione trasparenza per migliorare le condizioni di lavoro nelle catene di fornitura asiatiche, così come in progetti integrati di rispetto ambientale e di progressivo abbandono dei combustibili fossili per preferire le energie rinnovabili. È un Tim Cook nuovo quello che ha solcato il 2014, dopo un biennio forse vissuto con il fantasma di Steve Jobs, ora pronto a definire senza indugi la “sua” Apple. La prova del nove sarà a breve, con il lancio a San Valentino del già citato Apple Watch: la nuova mela manterrà le aspettative?