È stato pubblicato un nuovo segmento dell’intervista concessa da Tim Cook a Charlie Rose. Questa volta, però, a essere protagonisti non sono i nuovi device targati mela morsicata – iPhone 6 e Apple Watch – bensì la privacy e la filosofia che è alla base dell’azienda. Il CEO assicura: il rispetto della riservatezza degli utenti è uno degli obiettivi più solidi di Apple.
L’argomento privacy è di estrema attualità: dopo un anno di polemiche sullo scandalo NSA, di pochi giorni fa è il furto di immagini hot delle celebrity da iCloud. Come già spiegato più volte, Apple non è direttamente responsabile della sottrazione indebita poiché avvenuta a causa di password e domande di sicurezza troppo semplici, ma ha comunque provveduto a fornire nuovi strumenti per rendere l’utenza più consapevole. Tim Cook ha ribadito questo aspetto, sottolineando il grande impegno di Apple: il gruppo californiano ha successo perché vende dispositivi, mentre altri guadagnano con la raccolta e la rivendita di informazioni personali.
«Il nostro business non si basa sulla raccolta delle tue informazioni: non sei un nostro prodotto. I nostri prodotti sono questo orologio, i Mac e via dicendo. Credo che tutti si debbano chiedere: come le compagnie fanno soldi? Se queste accumulano denaro raccogliendo dati personali, penso che si abbia il diritto di essere preoccupati.»
Il CEO ovviamente non cita nessuna azienda, ma in molti credono si sia trattato di una stoccata al rivale Google. Effettivamente, come quest’anno la EFF ha certificato, Apple ha fatto dei grandi progressi per assicurare la privacy dei suoi utenti su tutti i servizi online e durante l’utilizzo dei dispositivi. E, non ultimo, l’azienda non è particolarmente nota per la raccolta di informazioni a scopo pubblicitario, nemmeno per i contenuti promozionali interni di iAd.
Il leader della mela morsicata ha poi continuato il suo intervento parlando di diversità ed eguaglianza in Apple, due degli scopi primari che l’azienda sta cercando di perseguire nell’ultimo biennio. Dopo essersi esposta nella protezione dei diritti della comunità LGBT – sia partecipando al Gay Pride che scendendo in campo in prima persona per chiedere l’approvazione del matrimonio omosessuale al Congresso USA – l’azienda è negli ultimi mesi attiva sul fronte dell’uguaglianza lavorativa, indipendentemente da sesso, orientamento sessuale, religione, etnia d’appartenenza e molto altro ancora.
«Trattare le persone con dignità. Trattare le persone nello stesso modo. Pensare che tutti meritano un livello di base di diritti umani, indipendentemente dal loro colore, dalla loro religione, dal loro orientamento sessuale, dal loro genere. Tutti meritano rispetto. E, lo sapete, lotterò duramente per questo.»
Per concludere, il CEO ha fatto accenno alla polemica sul disco degli U2, un regalo non gradito da diversi utenti. Pur ammettendo l’impatto promozionale di una release gratuita, Cook spiega come l’intento principale fosse quello di donare un omaggio agli utenti rimasti fedeli ad Apple per così tanto tempo, coloro che hanno reso iTunes Store il negozio di musica più grande al mondo.