Il tema dello sfruttamento dei lavoratori ha coinvolto Apple da tempo. Dopo le polemiche sulle condizioni degli operai cinesi nelle fabbriche di alcuni partner strategici, come ad esempio Foxconn, sfociati anche in alcuni casi di suicidio, Cupertino ha rinnovato quest’anno il proprio impegno con un documento di responsabilità.
E mentre ancora risulta preoccupante l’utilizzo di manodopera minorile e il ricorso a orari non dignitosi, seppur in diminuzione nel 2011 rispetto all’anno precedente, è il CEO Tim Cook a voler intervenire sulla questione. Stimolato anche da un articolo del The New York Times che ricordava alcune tragedie come l’esplosione di una fabbrica nel distretto di Shenzen lo scorso anno, Cook ha sottolineato come Apple sia davvero interessata al benessere di ogni operaio.
Per rinnovare le sue posizioni e quelle della Mela, Cook ha inoltrato ai dipendenti Apple una lunga mail, così come ormai sua tradizione. Se Steve Jobs, infatti, è passato alla storia per le sue comunicazioni scritte quasi monosillabiche, il nuovo CEO di certo si distingue per missive fiume. E quella in oggetto ne dimostra anche il carattere, visto che Cook non sembra accettare di buon grado le accuse che sono state rivolte a Cupertino.
«Come compagnia e come individui, siamo definiti dai nostri valori. Sfortunatamente, alcune persone oggi mettono in discussione i valori di Apple, quindi voglio affrontare questo tema con voi direttamente. Ci preoccupiamo di ogni singolo lavoratore nella nostra catena produttiva in tutto il mondo. Ogni incidente è allarmante e ogni problema sulle condizioni di lavoro ci preoccupa. Ogni ipotesi di nostro disinteresse è assolutamente falsa e offensiva nei nostri confronti. Come voi sapete meglio di chiunque altro, accuse di questo tipo sono contrarie ai nostri valori. Non definiscono quello che siamo. Per le centinaia di voi dislocati nei siti produttivi dei nostri partner per tutto il mondo, o per coloro che spendono molto tempo in questi luoghi lontani dalle loro famiglie, sono consapevole che vi sentite oltraggiati quanto me ora. Le persone che non sono coinvolte nelle catene produttive, invece, hanno il diritto di conoscere i fatti.»
Il nuovo iCEO prosegue quindi ricordando l’impegno di Apple nel ripristino della dignità dei lavoratori, come ad esempio il recente ingresso in FLA per la salvaguardia della correttezza del lavoro estero o la richiesta di standard più ferrei per i partner quali Foxconn. Infine, promette che Cupertino non starà di certo con le mani in mano: il bene degli operai verrebbe prima di ogni business. Non resta che attendere i prossimi mesi, per scoprire se Apple avrà mantenuto quanto assicurato.