Apple e vantaggi fiscali in Irlanda, la polemica continua. A pochi giorni dalla decisione della Commissione Europea, relativa alle ridotte tassazioni irlandesi pari a 13 miliardi di euro, Tim Cook torna a esprimere la propria posizione. Dopo la lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale della società di Cupertino, il CEO ha espresso parole dure in una recente intervista, riportata dall’Irish Independent. E pare si dica convinto che, a guidare le scelte della Commissione, possa essere stato un “sentimento antiamericano”.
La questione non è semplice, né di semplice interpretazione. In linea generale, la Commissione Europea si è voluta esprimere sul cosiddetto “panino fiscale”, un sistema che sarebbe stato impiegato da diverse multinazionali all’interno dell’Unione Europea. Approfittando della disarmonia fiscale tra gli Stati Membri, i grandi big mondiali si sarebbero insediati in quelle nazioni, quali l’Irlanda, dalla tassazione più favorevole. La questione, tuttavia, sarebbe relativa alle modalità di gestione del fisco nella vendita di beni e servizi: la Commissione, infatti, ha sottolineato come la relativa tassazione debba essere versata nel singolo paese dove la vendita viene effettivamente conclusa e non, al contrario, dove le aziende hanno deciso di aprire i loro headquarter. Specificatamente ad Apple, la Commissione ha ritenuto quindi plausibile un rientro di 13 miliardi di dollari.
Cook, il quale pochi giorni fa aveva sottolineato come Apple corrisponda tutte le tasse dovute in ogni paese in cui opera, è voluto tornare sulla questione, così come riferisce l’Irish Independent. E avrebbe parlato di un “sentimento antiamericano”, che avrebbe guidato le recenti decisioni a livello europeo.
Credo che Apple sia stata presa di mira. Credo che il sentimento antiamericano sia una delle ragioni per cui siamo stati presi di mira. […] Quel che credo fortemente è come questa sia stata una decisione politica. Perché non vi sono motivazioni né nei fatti né nella legge.
Il CEO di Apple, il quale sottolinea come il gruppo di Cupertino sia l’azienda che ha da sempre versato più tasse all’interno del territorio irlandese, spiega poi di concordare con Jack Lew, il Segretario del Tesoro statunitense. Quest’ultimo, infatti, sostiene che la scelta della Commissione Europea derivi dalla volontà di recuperare nel Vecchio Continente delle tasse che, a suo parere, sarebbero invece da versare negli Stati Uniti. Così Cook ha aggiunto:
Credo sia davvero così. Credo vi sia il desiderio di riallocare nell’Unione Europea delle tasse che dovrebbero essere corrisposte negli Stati Uniti.
Nel frattempo, il leader della mela morsicata ha sottolineato come le recenti vicende non modificheranno i piani d’investimento in Irlanda e nel Resto d’Europa, con l’imminente apertura di altri 1.000 posti di lavoro presso la sede di Cork. Nel mentre, si attendono eventuali conferme sul fronte di un possibile ricorso, procedura che potrebbe però richiedere anche diversi anni.