Tim Cook è tornato in Cina, a 10 mesi dalla sua precedente visita agli impianti di Foxconn. Ai tempi il CEO si era prodigato nel verificare personalmente le condizioni di lavoro del partner produttivo, anche a seguito delle numerose polemiche apparse sulla stampa. Oggi, invece, pare che il leader di Apple si sia precipitato in oriente per parlare di futuro della tecnologia e incontrare le istituzioni locali.
Pare che nelle ultime ore Cook abbia fatto visita a Miao Wei, il Ministro per l’Industria e per l’Information Technology cinese, per parlare del futuro delle comunicazioni mobile, forse per l’implementazione di nuovi standard LTE. Quella sui contenuti, tuttavia, è una semplice indiscrezione giornalistica: il Ministro ha confermato l’incontro, ma nulla è trapelato ufficialmente sulla discussione. Non è dato ancora sapere, invece, se il CEO tornerà a fare visita agli impianti Foxconn per verificare nuovamente la qualità del lavoro.
In questi 10 mesi d’assenza, i rapporti con l’oriente si sono profondamente modificati, sia in positivo che in negativo. Nell’ultimo anno, oltre alla querelle legale con Proview per il nome iPad, Apple si è trovata a fronteggiare non poche resistenze in Cina, quasi tutte superate in modo soddisfacente. Si pensi, appunto, al caso di Foxconn: sebbene le condizioni dei dipendenti debbano ancora notevolmente migliorare, molto è stato fatto in termini di qualità. Le ispezioni di The Fair Labour Association han permesso di ridurre il ricorso alla manodopera giovanile, hanno ridotto le ore di lavoro complessive settimanali e hanno portato all’aumento dei salari. Sembra tutt’oggi ancora poco, ma di certo è un passo in avanti per la difficile condizione industriale a cui i lavoratori cinesi sono abituati.
Vi è stato poi, in tempi ben più recenti, l’annuncio dello spostamento di una piccola parte della produzione all’interno dei confini degli Stati Uniti. Apple, così come dichiarato dallo stesso Cook durante l’intervista per NBC, ha promesso di investire 100 milioni di dollari per la creazione di una linea di Mac interamente prodotta negli USA. La produzione ovviamente andrà a discapito della stessa Cina, che perderà così parte dei propri appalti. Nulla di particolarmente preoccupante, tuttavia, perché il core business degli impianti asiatici rimane comunque il mondo iOS.
Non è dato sapere se il viaggio di Cook farà tappa altrove, se vi saranno incontri con altri elementi di spicco del governo cinese e nemmeno se vi sarà la solita apparizione in uno degli 11 grandi Apple Store locali. Il breve trasferimento, tuttavia, conferma come Cupertino desideri confermare e consolidale i rapporti con una nazione così strategica per il proprio successo.