Il Governo ha deciso di aprire un’istruttoria per capire se è necessario applicare la “golden power” su TIM. Trattasi dello strumento che permette al Governo di “blindare” le aziende strategiche per il paese finite in mani di aziende straniere. Con l’avvio di questa istruttoria si apre, dunque, un’indagine per valutare il controllo di Vivendi, azionista di maggioranza, su TIM.
L’azione dovrà valutare se l’acquisizione ed il controllo di Vivendi su TIM abbiano un impatto importante sulla gestione della sua rete di comunicazione che è un asset importante per l’intero paese. La scelta di approvare questa mossa arriva contestualmente alla decisione dei francesi di nazionalizzare i cantieri St che ha bloccato l’acquisizione da parte di Fincantieri. Una decisione strategica che ha generato forte tensioni tra Italia e Francia. Carlo Calenda, il ministro dello Sviluppo economico, si è affrettato a sottolineare che i due fatti non sono minimamente collegati, ma la sensazione che l’azione contro Vivendi sia una qualche forma di ripicca per mettere pressioni alla Francia è molto forte.
Tuttavia, secondo fonti vicine a TIM non ci sarebbero i presupposti per applicare la “golden power” in quanto questi poteri speciali si applicherebbero solo in caso di cambio di controllo dell’azienda. Nel caso di TIM, però, ci sarebbe stato solo un cambio di Governance e non di proprietà. Non sarebbero in atto, nemmeno manovre di messa in vendita e non ci sarebbero rischi per gli interessi pubblici.
La sensazione, dunque, è che il Governo voglia provare a tirare fuori i muscoli con Vivendi per fare pressioni sulla Francia. La partita, comunque, è ancora all’inizio e probabilmente di questa vicenda si dovranno scrivere ancora molti capitoli.