Il Governo punta alla creazione di un rete unica come conseguenza della fusione delle reti di TIM e di Open Fiber. Ieri, infatti, è stato dato il via libera ad un emendamento al decreto fiscale che punta a voler favorire la creazione di una rete unica attraverso una serie di incentivi. Quello che colpisce, però, non è tanto la volontà di arrivare a realizzare una rete unica, quanto il fatto che il Governo punti a creare una rete “pubblica”.
Sino ad ora, infatti, si era parlato spesso di scopro della rete di TIM e di una possibile integrazione con quella di Open Fiber ma sempre con un controllo di terzi. Per la prima volta, invece, nel testo della relazione preparata dai tecnici del Governo si parla esplicitamente di rete pubblica. L’utilizzo di questo aggettivo potrebbe far pensare che il Governo italiano punti a mettere in campo Cassa depositi e prestiti per controllare questa futura ipotetica rete unica. Avvisaglie di un possibile coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti c’erano già state. La Cassa, infatti, al momento possiede il 5% di TIM, mentre in Open Fiber possiede il 50% della società con una quota identica a quella di Enel.
Per il Governo questa strada sarebbe obbligatoria per non accumulare ulteriore ritardo nello sviluppo di infrastrutture a banda ultralarga in Italia. Quanto accaduto è molto importante perché mette in evidenza che il Governo punti a riportare la rete sotto il controllo pubblico. Un tema più volte dibattuto in passato e che ha generato non pochi malumori. I sindacati, per esempio, temono che la fusione delle reti tra TIM e Open Fiber possa portare ad oltre 20.000 esuberi. Il vice premier Luigi Di Maio ha comunque più volte evidenziato che l’obiettivo del Governo sarà sempre quello di salvaguardare il livello occupazionale.
L’approvazione dell’emendamento rischia, comunque, di stoppare l’iter avviato da AGCOM di analisi del progetto di scorporo volontario della rete approvato da TIM.