Nei piani di TIM non c’è una fusione con Open Fiber. Amos Genish, amministratore delegato di TIM, ha voluto rassicurare i sindacati sul progetto di scorporo della rete che l’azienda sta portando avanti. Nella giornata di ieri, Amos Genish ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori per illustrare il progetto di scorporo della rete e la ricaduta che avrà sull’azienda. L’AD di TIM, dunque, ha precisato che la nuova società in cui confluirà la nuova rete, se il progetto andrà in porto, rimarrà sempre nelle mani dell’azienda.
Non ci sarà, quindi, nessuna IPO e sopratutto nessuna fusione con Open Fiber. La precisazione fatta da Amos Genish è molto importante perchè da quando si è tornati a parlare di scorporo della rete, uno dei temi ricorrenti era l’eventuale possibilità di una fusione con Open Fiber per realizzare un unico soggetto che avesse l’obiettivo di digitalizzare l’intero Paese. Questo scenario, secondo l’AD di TIM, non avverrà mai. Il manager del’azienda italiana avrebbe sottolineato come il “perimetro” del Gruppo non sia assolutamente in discussione.
Lo scorporo della rete, infatti, risponde ad una necessità tecnica per assicurare la piena equivalenza di accesso. Il progetto, dunque, non avrebbe finalità finanziarie.
Il piano di scorporo, dopo anni di speculazioni, sembra essere finalmente concreto. Il prossimo 6 marzo, Amos Genish illustrerà il piano al CDA per l’approvazione. Se arriverà il via libera il processo di scorporo della rete potrà effettivamente iniziare.
I vantaggi di arrivare a separare la rete dal Gruppo principale sono molti. Il nuovo soggetto diventerebbe a tutti gli effetti un cliente TIM. Questo significa che l’operatore dovrà trattare questa nuova società al pari degli altri suoi clienti, migliorando la sua offerta complessiva. In futuro, dunque, non dovrebbero esserci più disparità di trattamento e tutti i partner di TIM dovrebbero venire trattati alla medesima maniera.