TIM ha deciso di sospendere TIM Prime, il servizio di valore aggiunto che presto sarebbe stato attivato di default su tutte le sue utenze. L’operatore, dunque, ha deciso di “cedere” alle pressioni dell’AGCOM e di sospendere l’erogazione del servizio per mantenere l’assoluta trasparenza con i suoi clienti. All’interno di un comunicato stampa dell’operatore si legge, infatti:
La Società, con l’obiettivo primario di mantenere il rapporto di assoluta trasparenza con i propri clienti e di assicurare un confronto aperto, sereno e costruttivo con le Autorità, rende noto di aver sospeso l’applicazione di TIM Prime, nelle more dell’avvio delle interlocuzioni con le Autorità in merito e volte al lancio di nuovi e migliori servizi.
L’annuncio di oggi arriva dopo oltre un mese di polemiche. Verso la fine di febbraio, TIM annunciò la sua intenzione di attivare di default per tutti TIM Prime, un servizio di valore aggiunto che a fronte di un canone di 0,49 euro a settimana offriva ai clienti alcuni extra come biglietti gratis per il cinema, l’accesso alla rete 4G LTE, chiamate illimitate ad un numero TIM ed altro. Una scelta unilaterale che non era piaciuta non solo ai clienti ma soprattutto alle associazioni dei consumatori che avevano deciso di denunciare l’operatore all’Antitrust.
A seguito di queste segnalazioni, dunque, AGCOM è intervenuta intimando lo stop a TIM dell’attivazione di TIM Prime. TIM ha deciso così di sospenderne l’attivazione in ottica precauzionale per instaurare un rapporto trasparente e costruttivo con i clienti e l’Authority.
Con ogni probabilità i termini del servizio saranno ora ridiscussi con le parti in causa alla ricerca di una formulazione che possa soddisfare tutti. Ne escono vincitori gli utenti, che in molti casi non avevano compreso la reale entità dell’offerta, e le associazioni che hanno seguito l’iter fin dal principio. L’offerta vedrà nuovamente la luce solo se sarà possibile trovare un compromesso accettabile tra le parti in causa, ma il blocco odierno già evidenzia la forte distanza esistente tra l’azienda ed i detrattori che nel piano Prime hanno visto poca trasparenza e troppi interessi di parte.