TIM ha deciso, su pressioni di AGCOM, di sospendere la rimodulazione tariffaria dei piani voce a consumo delle linee fisse che doveva scattare il primo aprile. L’operatore, attraverso un comunicato ufficiale, ha, infatti, evidenziato che l’obiettivo di garantire alla propria clientela la massima consapevolezza e trasparenza sulle condizioni economiche dei servizi offerti e al fine di assicurare e favorire un confronto aperto, sereno e costruttivo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), ha deciso di sospendere l’applicazione della rimodulazione tariffaria di TIM Voce per i clienti residenziali di telefonia fissa che sarebbe dovuta decorrere dal primo aprile.
L’azienda ha evidenziato che le nuove condizioni dell’offerta TIM Voce avrebbero riguardato soltanto i clienti residenziali con la linea telefonica di base (che prevede un abbonamento e una tariffazione a consumo per le chiamate), e non i clienti che già utilizzano specifiche offerte “flat” (che prevedono traffico voce e dati illimitati). Con tale decisione TIM intende dimostrare la massima disponibilità per arrivare in tempi rapidi ad un chiarimento in merito ai rilievi dell’Autorità che afferiscono il servizio di telefonia fissa di base, al fine di poter realizzare soluzioni di offerte sempre più rispondenti alle esigenze dei clienti.
Si ricorda, al riguardo, che TIM nel mese di febbraio aveva annunciato che il prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell’offerta VOCE e della linea ISDN sarebbe variato da 10 cent a 20 cent al minuto e che per ogni chiamata sarebbe stato fatto pagare uno scatto alla risposta di 20 cent. Una rimodulazione unilaterale che non era piaciuta all’AGCOM che aveva intimato lo stop a TIM.