Il Tribunale di Milano ha dato ragione al Garante della Privacy giudicando illecita la passi di TIM che aveva effettuato operazioni di telemarketing verso due milioni di clienti che, però, non avevano espresso il consenso ad essere contattati dopo la disdetta. Nello specifico, il Tribunale di Milano ha deciso di punire l’operatore per aver attuato una campagna di telemarketing aggressiva verso due milioni di suoi ex clienti che in realtà non potevano essere ricontattati. La sentenza arriva a seguito di un ricorso portato avanti proprio da TIM.
L’operatore si era appellato a seguito di una sanzione erogata dal Garante della Privacy. Ma il Tribunale ha, invece, confermato la posizione del Garante evidenziando come il rispetto della privacy degli utenti sia un punto imprescindibile. Se il consenso non è stato dato, l’operatore deve rispettare la volontà della persona, anche quando l’utente diventa un ex cliente. Le persone, quindi, non possono essere chiamate in nessun caso, nemmeno se la telefonata era stata fatta per ottenere il consenso per future campagne promozionali. Per il Giudice, infatti, anche questo genere di telefonate sono sempre assimilabili a campagne di telemarketing visto che trattasi pur sempre di chiamate a fini promozionali.
Diverso sarebbe stato il caso se TIM avesse utilizzato l’elenco pubblico del telefono per contattare le persone ma in questo caso specifico ha utilizzato un suo database di ex clienti, chiamando, però, anche chi non aveva dato il consenso.
La sentenza, dunque, è molto importante perché ribadisce un comportamento che deve essere tenuto non solo da TIM ma anche da tutti gli operatori che tendono ad utilizzare, spesso in maniera un po’ troppo aggressiva, lo strumento del telemarketing chiamando ripetutamente gli utenti ogni giorno.