Iniziano tra poche ore i primi esperimenti in Italia sulla connettività LTE (Long Term Evolution). Sarà un avvio parallelo, portato avanti da due nomi quali Telecom Italia Mobile e Vodafone che si dividono il mercato mobile del paese e che intendono continuare a mantenere l’attuale oligopolio anche nella futura dimensione della banda larga in mobilità.
Il mondo a 4G parte da Torino in entrambi i casi. TIM, per la precisione, apre le danze nella centralissima Via Lagrange, presso il punto vendita che metterà per la prima volta nelle mani dei curiosi l’esperienza ultraveloce che le nuove chiavette consentiranno. Per “ultraveloce” si intende qualcosa di totalmente differente rispetto a quelle che sono le attuali prestazioni delle connessioni mobile: la velocità teorica di 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload cambieranno radicalmente il modo di pensare la connettività e fin dal prossimo Mobile World Congress di Barcellona una moltitudine di produttori è pronto ad annunciare i propri device in grado di far leva sull’LTE per funzionalità cloud e musica in streaming.
Vodafone ha in mente una sperimentazione di diverso tipo: partendo dallo stadio della Juventus e spostando volta per volta il centro dei test, il gruppo intende mettere alla prova le connessioni in prossimità di grandi eventi, testando pertanto le performance in presenza di forte disturbo ed un alto numero di contatti (situazioni limite che giocoforza dovranno rispondere al meglio quando la connettività LTE sarà uno standard diffuso sul mercato). I test saranno completati già entro il mese di marzo.
L’inizio delle sperimentazioni significa l’inizio di operazioni su cui sia TIM che Vodafone hanno già investito oltre un miliardo di euro per l’acquisizione delle frequenze necessarie durante una recente asta di eccezionale risultato. La tentazione di sostituire la banda larga fissa con la banda larga mobile andrà però rigettata anzitutto dal punto di vista informativo e culturale: la banda larga mobile e la banda larga su fibra ottica sono due tecnologie complementari, diverse in caratteristiche e funzionalità, ed ogni confusione potrebbe generare distorsioni di mercato che il paese non può più permettersi.