Facebook è stato fino ad oggi un social network nel quale era possibile descrivere il proprio presente. Solo il presente. Ogni utente, con condivisioni, like ed aggiornamenti di status, metteva piccoli puntini uno dietro l’altro. Oggi quei puntini possono essere guardati da una prospettiva nuova e ci si accorge che compongono una linea. Una lunga linea. E questa linea ha un nome: Timeline.
Eccolo il senso della Timeline: tanti puntini messi uno dietro l’altro a delineare il percorso di ognuno di noi sul social network. 800 milioni di persone che hanno linee che si incrociano e sovrappongono, si dividono e si affiancano, scandite da eventi che ognun per sé va a caricare sulla propria bacheca. Per certi versi non è cambiato nulla rispetto alla vecchia versione, perché ora come ieri è possibile vedere l’intera bacheca di un proprio amico (nei limiti delle impostazioni sulla privacy) scorrendo a ritroso per leggere tutti i suoi contenuti. Eppure sembra essere cambiato tutto e questo perché è come se si avesse una prospettiva nuova nel vedere i medesimi elementi: tutto è più chiaro e scandito, più ordinato e riconoscibile. Scorrere la Timeline è come scorrere a ritroso emozioni, non notifiche; vibrazioni, non informazioni.
A tutto ciò si aggiunge inoltre un elemento invece del tutto nuovo: ora è possibile scrivere sulla propria linea non soltanto il presente, ma anche il passato. Se fino ad oggi era possibile aggiungere aggiornamenti di stato (di “stato” presente), d’ora innanzi sarà possibile aggiungere anche elementi del passato, arricchendo così tanto il segmento della propria vita su Facebook quanto il segmento della propria vita prima di Facebook. Si può aggiungere così il giorno del proprio battesimo, del proprio diploma, del proprio primo bacio o del proprio saggio di musica: Facebook accetta d’ora in poi anche un racconto retrospettivo che ognuno può andare ad inserire sulla Timeline cliccando semplicemente sulla linea stessa (sulla mezzeria della pagina) per posizionare l’evento e descriverlo.
Entro pochi giorni l’intera community sarà proiettata su questa nuova dimensione ed ognuno si troverà a fare i conti con la Timeline che ha fin qui disegnato condivisione dopo condivisione (con 7 giorni di tempo per verificare che tutti gli elementi indesiderati siano celati alla vista). Per certi versi la Timeline sarà di per sé anche “formativa”, poiché forzerà l’utenza ad una maggiore consapevolezza: quel che viene eseguito online, infatti, lascia sempre una traccia e non è possibile agire con troppa superficialità pretendendo di non veder mai macchiata la propria immagine. Non che la Timeline sia scritta con inchiostro indelebile: in ogni momento è possibile evidenziare o nascondere particolari elementi, avendo così pieno controllo sull’immagine che traspare di sé. Ma anche in questo caso è la consapevolezza a dominare l’esperienza: consapevolezza che tutto quel che si compie verrà scritto sulla Timeline e consapevolezza del fatto che tutto è comunque cancellabile a posteriori.
La Timeline è lo specchio su cui andremo a leggere il nostro percorso. Chissà, forse tra molti anni la rileggeremo ed avremo di che piangere di nostalgia. Raramente, del resto, uno strumento è stato in grado di farci ripercorrere tutta la nostra vita in pochi secondi e con tanta efficacia: la Timeline ci riesce ed è racchiusa in questo la sua magia.
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