Nell’elenco delle aziende interessate a partecipare all’asta del WiMax mancavano alcuni provider di spicco della nostra realtà italiana.
Tra questi sicuramente Tiscali, uno dei più attivi ed innovativi players del mercato della banda larga internazionale.
In un’intervista alla Reuters, l’amministratore delegato di Tiscali, Tommaso Pompei, spiega i motivi della non partecipazione all’asta.
“La nostra decisione è basata sul fatto che la gara, per tre motivi (la banda assegnata, l’ampiezza della banda stessa e le destinazioni d’uso), non costituisce una vera discontinuità di mercato”, spiega Pompei.
In ogni caso Tiscali non starà troppo tempo alla finestra, se e quando il mercato sarà maturo, grazie ad accordi già esistenti con molte aziende, il provider sardo potrà tranquillamente affittare strutture esistenti e in un secondo momento addirittura entrare come socio in qualche consorzio.
Insomma prudenza e attesa di vedere se e come il WiMax sfonderà sul mercato italiano, e soprattutto se nel corso del tempo verranno liberate altre frequenze per l’utilizzo del WiMax mobile che sembra essere l’opportunità più interessante invocata da molti provider.