Se un normale social network basa la propria essenza sull’interconnessione tra le persone, cercando così di ricreare tutto un mondo attorno al singolo utente, Tokoni cerca di creare interconnessioni e basta. Ne esce un ecosistema nel quale ad essere collegate non sono tanto le persone, quanto le storie che le persone stesse hanno da raccontare. Ne esce un grande archivio di esperienze e descrizioni, fotografie ed emozioni, racconti e vissuti. Storie, in generale, che si integrano e a volte si intrecciano. Nel logo di Tokoni c’è tutto ciò e da qualche ora Tokoni è fuor di beta, ufficialmente sul mercato, per misurare le proprie ambizioni direttamente tra gli utenti.
Tokoni nasce dall’idea di una coppia moglie/marito del tutto particolare, in quanto entrambi già impegnati a loro volta in Skype all’interno del gruppo eBay. Trattasi di Alex Kazim (già presidente Skype ed alto responsabile sia in eBay che in PayPal) e Mary Lou Song (colei che per prima in eBay ebbe un contatto con Kazim ai tempi dell’assunzione), i quali intendono ora crescere il proprio networks aumentando innanzitutto il numero dei partecipanti: aumentando le unità di contenuto, infatti, si moltiplicheranno le interconnessioni, rendendo così possibile il proliferare dei “link” che dovranno costituire l’humus della community. Interessante notare come, nel momento di maggior difficoltà per eBay, da più parti sembrano spuntare interessati incroci in direzione “social”: da pochi giorni, infatti, nel CdA del gruppo è entrato Marc Andreessen, proveniente direttamente dall’esperienza Ning.
Ad oggi Tokoni raccoglie circa 1000 utenti attivi. Ognuno ha la possibilità di iscriversi e di immettere nel proprio spazio la propria storia e le proprie immagini. Ogni storia sarà quindi farcita di tag i quali saranno i mattoncini preferenziali per interconnettere le storie le une alle altre. Una volta letto un racconto, infatti, tanto i tag quanto una apposita mappa visuale permetterà di saltare ad un’altra storia in qualche modo collegata, rendendo pertanto possibile un’esperienza di lettura completamente dipendente dalle scelte del lettore e nel quale il “fil rouge” non è più una concatenazione di utenti, quanto più una concatenazione di capitoli differenti della storia complessa che si va a comporre in lettura.
Se ad oggi il network è tutto ospitato sotto il dominio Tokoni.com, è altresì vero il fatto che Tokoni.it già reindirizza alla homepage internazionale. Se il tutto non prefigura un immediato interesse verso l’internazionalizzazione del progetto, sicuramente l’occupazione immediata del dominio configura comunque un orizzonte ambizioso. Nulla, sotto Tokoni.it, lascia però ad oggi intravedere tracce di localizzazione italiana nelle pagine del network.
Un esempio di navigazione “italiana” potrebbe però partire fin da subito con una ricerca basata sul geotagging: selezionando una delle icone presenti sul nord Italia, ad esempio, si trova una storia di “Alex nel quale si descrive Villa d’Este come il «paradiso in terra». La mappa visuale (denominata “Bubble Browser“) interconnette la storia con il tag “Italy”, e con alcuni utenti. Scegliendo il tag la mappa si sposta sul nuovo baricentro e propone storie legate al bar Embassy di Rimini o al Tartufo d’Alba. E così via, ad libitum, percorrendo vie a metà tra il percorso personale e la griglia di argomenti “hub” predeterminati per derimere un ordine nel caos interconnesso dei racconti.
Non una base di blogging, dunque, ma nemmeno un social network (o almeno non un social network sullo stampo di quelli esistenti ad oggi). Tokoni ha il vantaggio di essere una dimensione a sé stante, con l’accento spostato sui contenuti piuttosto che sulle persone. Un approccio diverso alla materia, il che non potrà che aiutare il progetto a crescere senza il dovere di sfidare ogni giorno di petto i colossi preesistenti.