È durata appena due giorni la battaglia di Film88.com contro la Motion Picture Association of America (MPAA). Il
sito, che prometteva di offrire in streaming i film più visti della
stagione al prezzo di 1 dollaro, ha tirato i remi in barca dopo l’intervento
delle major hollywoodiane. Ma, se è vero che non c’è due senza tre, questo potrebbe
non essere l’ultimo tentativo di Film88.com di sfidare i giganti del cinema.
Film88.com era erede diretto di Movie88.com,
un sito che nel febbraio scorso aveva fatto venire i capelli bianchi ai
produttori cinematografici: mentre le maggiori case hollywoodiane ancora si
arrabattavano nel tentativo di fornire i propri film online, Movie88.com aveva
cominciato ad offrire un enorme quantità di pellicole trasmesse in alta
qualità. Quel che è più importante, Movie88.com aveva sede a Taiwan,
particolare che aveva creato qualche difficoltà dal momento che le leggi
taiwanesi sul diritto d’autore sono quantomeno flessibili.
Alla fine era dovuta intervenire la potentissima MPAA, il
cui amministratore delegato Jack Valenti aveva fatto pressioni direttamente sulle
autorità di Taiwan per affondare il sito. A poco erano valse le proteste
di Movie88.com che in una lettera alla stampa aveva paragonato l’intervento ad «un’esecuzione
senza processo» e aveva parlato di «abuso da parte dell’ISP». Gli utenti che
avevano pagato il servizio di Movie88.com, avevano perso il proprio denaro.
Film88.com, dichiarato erede di Movie88, aveva fatto la
propria comparsa all’inizio della scorsa settimana: «Abbiamo preso parte dello
staff e un mucchio di idee da Movie88», aveva dichiarato sul sito News.com Hail Hami, uno dei gestori del servizio.
«Ma sentiamo di essere migliori di Movie88. Abbiamo stream a 500k e
forniamo un servizio più user friendly». A suscitare clamore era stato
soprattutto il fatto che la sede legale di Film88.com si trovasse in Iran,
un paese che non ha relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti dal 1979 e che
fa parte della lista dei “cattivi” del presidente Bush in compagnia di Iraq e
Corea del Sud.
Ciò nonostante, quelli di Film88.com avevano dichiarato di
voler rispettare le leggi statunitensi ed avevano proposto di versare ai
detentori dei diritti il 25-30% dei propri incassi. Ma la MPAA non ha
avuto alcuna intenzione di giungere a compromessi con quelli che aveva
immediatamente definito «sfacciati pirati» e si è messa a cercare il loro punto
debole. Lo ha trovato quasi subito nella scarsa connettività dei paesi
mediorientali che aveva costretto Film88.com ad affidarsi ad un host olandese.
La MPA (la versione internazionale della MPAA) ha così contattato il provider TrueServer ed ha costretto il sito all’oscuramento.
Quest’anno la MPA ha già contattato 40 mila volte i
provider chiedendo provvedimenti simili. In complesso, l’anno scorso, gli
interventi richiesti erano stati 50 mila. Ma nonostante questa politica
repressiva, la questione della distribuzione di film online appare di là da
concludersi. Per le case di produzione hollywoodiane l’unica maniera di
estirpare dalla Rete i siti pirati sarà offrire un servizio migliore per prezzo
e qualità.