C’è molto fervore in rete da alcune ore perché si sta tornando a parlare della famosa norma “ammazza blog” di cui si era discusso molto nei mesi passati, sia sulla carta stampata che su Internet e in televisione. La riproposizione di questa norma arriva con l’ennesima presentazione di un Ddl contro le intercettazioni, ma questa volta la norma, che secondo qualcuno potrebbe andare a limitare pesantemente la libertà di espressione in rete, risulterebbe particolarmente repressiva.
Nel testo presentato, la norma “ammazza blog” prevederebbe che un blog o un qualsiasi sito Web (anche personale) debba rettificare i propri articoli/notizie entro e non oltre le 48 ore dalla richiesta inviata via email da tutti coloro che si ritengono danneggiati dalla notizia.
La norma non prevederebbe un contraddittorio, cioè si verrebbe obbligati alla modifica senza se e senza ma. Chi non effettuasse le modifiche richieste entro 48 ore rischierebbe una pesante multa sino a 12.000 euro. Ed è proprio qui che il “partito per la libertà della rete” punterebbe maggiormente il dito. Il rischio di censura sarebbe infatti troppo alto perché chiunque potrebbe bloccare i contenuti pubblicati e i network o i proprietari di un sito personale non potrebbero in nessun modo tentare una mediazione o replicare.
Peggio ancora viene evidenziato come tutti i siti web, anche quelli personalissimi, verrebbero equiparati ai siti di informazione veri e propri con tutte le conseguenze del caso. Se infatti una testata giornalistica dispone di una redazione in grado di reagire tempestivamente in caso di richiesta di modifica, così non si può dire per chi possiede un sito personale che magari aggiorna una volta al mese. Che succederebbe se una persona qualsiasi si accorgesse della richiesta imperativa di modifica ben oltre le 48 ore limite?
Tutto il web è quindi in fibrillazione e non si contano già ora le raccolte di firme contro questa norma che i più ritengono assurda per come è composta.