Questa volta Google fa sul serio. Mai come prima d’ora le nuove misure antipirateria messe in campo dal motore di ricerca stanno penalizzando l’indicizzazione dei più noti siti torrent del Web. La linea dura di Mountain View, illustrata nei giorni scorsi con la presentazione del rapporto “How Google Fights Piracy”, è entrata ufficialmente in vigore. I risultati sono già visibili all’interno delle SERP (pagine dei risultati), come dimostra un’analisi condotta dal portale TorrentFreak.
Basta dare un’occhiata al grafico allegato di seguito per capirlo: raffigura il traffico generato da Google verso una delle piattaforme della grande Rete più conosciute e utilizzate per la distribuzione dei file .torrent, ovvero isoHunt. In poche ore è stata registrata una diminuzione dei click di ben oltre il 70%. Questo avviene perché nelle pagine dei risultati non sono più mostrati tra le prime posizioni i link verso quei siti che hanno ricevuto un numero importante di reclami per la rimozione sulla base di quanto previsto dal DMCA (Digital Millennium Copyright Act), ovvero la normativa che negli Stati Uniti regola la diffusione dei contenuti protetti da diritto d’autore.
Le due immagini seguenti rappresentano invece la visibilità di alcuni dei principali siti torrent inglesi e statunitensi su Google, in base a 100 keyword tra le più ricercate di recente (relative a titoli di film, brani musicali, album, software ecc). Anche in questo caso il crollo è stato verticale a partire da lunedì 20 ottobre.
Per la maggior parte delle parole chiave analizzate in cima alle SERP sono finiti link verso i siti ufficiali di artisti e software house, così come quelli per l’acquisto o il noleggio legale dei contenuti multimediali. Ma non solo: in alcuni casi Google sembra aver penalizzato i siti torrent più conosciuti, portando curiosamente in alto quelli meno noti. Anche questi subiranno però inevitabilmente un abbassamento del ranking non appena bigG riceverà un numero consistente di richieste per violazione del DMCA. Il team di The Pirate Bay non è preoccupato da quanto sta accadendo, anzi, intravede nella linea dura del motore di ricerca una possibilità per conquistare nuovi utenti.
Il fatto che Google stia spingendo verso il basso i nostri link è, per certi versi, una cosa positiva per noi. Avremo più traffico diretto quando le persone non troveranno i risultati che si aspettano sul motore di ricerca: verranno direttamente su TPB.