La divisione di guida autonoma di Uber ha raccolto un miliardo di dollari da un consorzio di investitori, tra cui Toyota e SoftBank, tale da permettere alla compagnia di ottenere un impulso rilevante per il finanziamento dei progetti di self-driving alla vigilia dell’ingresso in Borsa.
L’Advanced Technologies Group di Uber, che lavora per sviluppare una tecnologia di guida autonoma, vale circa 7,25 miliardi di dollari, grazie alla volontà di SoftBank di investire 333 milioni di dollari prelevandoli dal suo Vision Fund, mentre Toyota e Denso uniranno le forze per la restante parte da 667 milioni di dollari. La Reuters aveva riferito a marzo di una concreta discussione degli investimenti oggi confermati con il gruppo ATG, che ha sedi a Pittsburgh, San Francisco e Toronto. Secondo fonti oltreoceano, il round consente a Uber di trasferire parte dei costi sostanziali dello sviluppo di auto a guida autonoma su investitori esterni.
La business unit non porta entrate significative per Uber, che lo scorso anno ha perso 3,03 miliardi di dollari. L’azienda non lavora nemmeno più su progetti di self-driving interni, in seguito a un incidente mortale lo scorso anno in Arizona che aveva coinvolto un SUV col proprio marchio Uber.
Come parte dell’accordo, ATG diventa l’entità legale della divisione della compagnia, che rimarrà sotto il controllo di Uber per la parte di performance finanziaria. Sarà formato un nuovo consiglio di amministrazione, con Eric Meyhofer, attualmente a capo di ATG, che assumerà il titolo di CEO e farà rapporto al Cda.
Trattative di questo tipo sono insolite per le aziende così vicine ad una IPO, perché portare nuovi grandi investitori cambia la struttura del capitale della società. L’accordo, tuttavia, richiederà quasi certamente l’approvazione del gruppo di regolamentazione della Commissione per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (CFIUS), peraltro in tempi brevi e più ristretti rispetto al solito. Altrove, l’investimento di SoftBank nell’unità di guida autonoma di General Motors Cruise è ancora in corso di revisione ed è probabile che ci vorranno settimane prima di una definizione, a un anno dal suo annuncio.