Dopo mesi di continuo declino in favore dei diretti competitori, Yahoo sfodera un inatteso colpo di reni. I dati Experian Hitwise raccolti sul territorio USA fotografano infatti per il mese di Marzo una improvvisa impennata nelle query raccolte dai server di Sunnyvale mandando pertanto a segno un mese positivo al contrario delle parallele flessioni di Google (il rivale) e Bing (l’alleato).
Per Yahoo il mese si chiude con un aumento relativo del 3% nel numero di ricerche raccolte, raggiungendo così il 15.04% del totale. Per Google il mese si chiude con una perdita pari ad una query ogni 100, il che diminuisce la quota di mercato dal 70.95% al 69.97%. Bing perde medesima quota e passa così dal 9.7% al 9.62%. Ask è fuori dal podio, ma il mese si chiude con un picco del +21% passando dal 2.84% al 3.44% (cifre minori implicano però maggiori fluttuazioni mensili, prive quindi di importanza statistica specifica e tradizionalmente bilanciate da successivi movimenti a ristabilire l’equilibrio antecedente). Complessivamente sono 73 i motori di ricerca tracciati, ma i restanti 69 raccolgono appena l’1.93% del mercato.
Dati Hitwise – Marzo 2010
Interessanti i soprastanti dati relativi all’andamento annuale in settori verticali, poichè in questa prospettiva è più chiara la dinamica dell’impegno dei diversi motori in ambiti specifici e di particolare remunerazione. Bing è il fenomeno del 2009 poichè, partito dalle ceneri di Live Search, può ora vantare percentuali di crescita indicandi un raddoppio delle attività con accento particolare nel comparto della salute. Ed è proprio la salute il settore che fa la differenza: Google perde il 6% e Yahoo perde il 19%, mettendo così Microsoft al centro di un ambito sul quale sta scommettendo con forza e sul quale si sta sviluppando uno dei vari scontri diretti con Mountain View. Google cresce sullo shoppion (+12%) e sull’automotive. Per Yahoo i due comparti rimangono invece stabili, vedendo però una parallela caduta del 13% nelle ricerche relative al mondo dei viaggi (ove Google cresce di appena il 4% e Microsoft vede il proprio aumento ridimensionato rispetto ad altri comparti di maggior lustro).