Se ancora qualcuno avesse dubbi sulla bontà del business generato dai giochi integrati nei social network, analizzando il boom economico di Zynga dovrebbe definitivamente ricredersi.
Il valore della software house, che ad oggi vanta ben cinque delle dieci applicazioni più utilizzate su Facebook (“FarmVille”, “Café World”, “Texas HoldEm Poker”, “FishVille” e “Mafia Wars”), è di circa tre miliardi di dollari. Per fare un paragone con una realtà storica del panorama videoludico, Zynga vale oggi oltre la metà di Electronic Arts, che si attesta a 5,4 miliardi di dollari.
Il numero di utenti regolarmente impegnati nella gestione di fattorie virtuali, su verdi tavoli da poker o nella guerra tra bande criminali, è passato dai 30 milioni dell’aprile 2009 ai 228 milioni del gennaio 2010, con un incremento che supera abbondantemente il 700% in soli nove mesi.
Ma può una simile crescita proseguire il suo cammino senza interruzioni, oppure la tendenza è destinata ad imboccare presto una parabola discendente? Difficile a dirsi, anche se gli analisti prevedono nuovi record infranti da qui al 2014.
Per il 40% degli introiti, Zynga deve ringraziare tutti quegli utenti, circa il 2% del totale, che acquistano contenuti aggiuntivi attraverso sistemi di in-game purchase, mentre il resto proviene dalle inserzioni pubblicitarie.
Le nuove e maggiormente restrittive disposizioni in materia di notifiche da parte dei giochi, che entreranno in vigore sulle bacheche di Facebook a partire dal mese prossimo, potrebbero comunque penalizzare il business di Zynga, diminuendo in modo sensibile il numero di accessi alle proprie applicazioni.
Ai fini statistici, quanti utenti Facebook che transitano su queste pagine passano parte della loro giornata fra campi da coltivare, stalle e animali da accudire?