Si è conclusa una maxi operazione della Guardia di Finanza di Fiumicino coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli contro la pirateria: una rete colossale che ha portato al sequestro di 164 conti correnti, 46 obbligazioni finanziarie, 34 titoli al portatore, 8 cassette di sicurezza, 38 fondi di investimento, 56 auto e moto di lusso, uno yacht di 15 metri e 71 prestigiose proprietà immobiliari e terriere per un valore pari a 252 milioni di euro. Il cuore del traffico illecito erano i 23 milioni di cd e dvd utilizzati per copiare opere digitali. Tra gli arrestati, anche i vertici di Verbatim Italia.
La pirateria audiovisiva ha una lunga tradizione nelle attività della criminalità organizzata napoletana, e a quanto sembra nonostante siano cambiati i tempi è ancora un settore fruttuoso. O forse è proprio la crisi dei supporti ottici ad aver condotto, secondo gli inquirenti, una società leader come la Verbatim a dare il proprio contributo per mettere in piedi una vera organizzazione dedita all’evasione totale e alla pirateria con ramificazioni in tutto il paese, in paradisi fiscali, capace di evadere diritti SIAE per oltre 156 milioni di euro e imposte per 96 milioni. I domiciliari sono scattati per il rappresentante legale Marco Balducci, all’epoca dei fatti responsabile amministrativo, per l’ex amministratore delegato (licenziato nel 2012) Mauro Santi, e per il responsabile vendite Sud Europa Matteo Locatelli, all’epoca responsabile vendite Italia di Verbatim. Il carcere, invece, per due imprenditori toscani impegnati nella grande distribuzione e nel commercio all’ingrosso.
La frode: evadeva quanto dovuto alla SIAE
La rete di imprenditori, commercialisti, tributaristi, aveva concepito un modello ad hoc di fatture false per società fantasma. La merce, cioè i cd e dvd pronti per essere utilizzati, grazie a una triangolazione con società in paradisi fiscali era formalmente esportata al di fuori del territorio nazionale ma in realtà distribuita in Italia con bolle false. I supporti ottici vergini – da qui il nome dell’operazione della Gdf: “Virgin” – venivano invece importati dall’estero senza pagare le tasse, quelle richieste dalla SIAE, 26 centesimi per il cd e 50 centesimi per il dvd: la famosa questione della copia privata, una royalty sui supporti vergini fonografici o audiovisivi in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore.
Le persone legate alla Verbatim sono quindi accusate di aver importato di nascosto milioni di cd e dvd per poi distribuirli sul territorio nazionale abbattendo i costi e facendo concorrenza sleale.