Transistor biodegradabili con sangue, latte e muco

I ricercatori israeliani hanno creato un transistor organico composto dalle proteine di sangue, latte e muco.
Transistor biodegradabili con sangue, latte e muco
I ricercatori israeliani hanno creato un transistor organico composto dalle proteine di sangue, latte e muco.

I ricercatori dell’Università di Tel Aviv hanno creato un transistor organico composto da sangue, latte e muco. I transistor attuali sono basati sul silicio, ma questo materiale diventerà presto impossibile da utilizzare per produrre dispositivi sempre più piccoli. Ecco dunque l’idea di progettare un transistor biodegradabile che rispetta l’ambiente.

Il team di ricerca israeliano, formato da studenti e professori provenienti da vari settori scientifici, ha sviluppato un transistor basato sulle proteine, a partire da materiali organici presenti nel corpo umano, creando le basi per una nuova generazione di nanotecnologie flessibili e biodegradabili.

In particolare, i ricercatori hanno utilizzato le proteine di sangue, muco e latte per formare un sottile film semiconduttore, grazie alla loro proprietà di auto assemblarsi. La pellicola composta da proteine del sangue ha uno spessore di soli quattro nanometri. Quando le tre proteine sono miscelate ad un materiale base, creano un completo circuito con capacità ottiche ed elettroniche. Le proteine del sangue assorbono ossigeno e, quindi, permettono di “drogare” i semiconduttori con determinati elementi chimici. Le proteine del latte, invece, formano fibre che rappresentano i blocchi costruttivi dei transistor. Infine, le proteine del muco hanno la capacità di mantenere separati i coloranti fluorescenti rosso, verde e blu, che insieme generano l’emissione di luce bianca necessaria per l’ottica avanzata.

Le proprietà di ognuna delle tre proteine permette ai ricercatori di “controllare” il transistor organico, di modificare la conduttività, lo storage della memoria e la fluorescenza. Questo nuovo tipo di transistor può essere impiegato per produrre dispositivi più piccoli e flessibili, come display, cellulari, tablet, biosensori e microprocessori. Essendo biodegradabili, i transistor potrebbero risolvere una volta per tutte il problema della spazzatura elettronica.

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