Lo streaming detta il gioco, la TV rincorre affannosa. È questa l’impressione che proviene dalle ultime tornate di premiazioni USA, dove le produzioni nate per il Web e diffuse sulla Rete stanno già da tempo battendo le serie TV canoniche. E dopo i successi di Netflix con “House Of Cards” e “Orange Is The New Black”, Amazon conquista i suoi primissimi Golden Globe. Alla prima produzione di una serie online, il colosso statunitense conquista pubblico e critica con “Transparent”. E le emittenti televisive si mordono le dita.
Aggiudicato il premio per miglior commedia nonché per miglior protagonista, grazie all’incredibile interpretazione di Jeffrey Tambor, “Transparent” arriva dove la TV spesso non osa. La trama è infatti una delle più originali che si siano mai viste nell’ultimo decennio: un padre, raggiunta la terza età e con tre figli al seguito, prende coscienza della sua disforia di genere e intraprende un percorso di trasformazione. Una rappresentazione delicata, realistica e molto umana, non priva di spazi di dolore e altrettanto divertimento, dove il tema transgender è presentato con rispetto ed è epurato da quegli inutili pruriti con cui, purtroppo, i media canonici spesso lo raccontano.
Pubblicato su Amazon lo scorso settembre, “Transparent” è stato eletto da molti come il miglior show del 2014. Uno show che ha permesso non solo al colosso statunitense di conquistare le sue prime statuette, ma anche di creare un’alternativa credibile a Netflix, fino a oggi leader incontrastato delle produzioni autoctone per il Web. Un vero e proprio terremoto per le produzioni televisive, frequentemente a corto d’idee, poiché l’attenzione si è ormai spostata dagli uffici di produzione blasonati al terreno di sperimentazione online.
Produrre una serie per la diffusione in Rete significa imbattersi in minori paletti, significa godere di una libertà creativa senza pari e, non ultimo, di imporre nuove modalità di fruizione. Sì, perché viene meno la fidelizzazione dello spettatore con l’estenuante rito della puntata settimana dopo settimana: tutti gli episodi vengono rilasciati nello stesso giorno e sarà poi il consumatore a decidere le tempistiche di fruzione, che siano a cadenza regolare o tutte d’un sorso, strizzando così l’occhiolino al fenomeno dei binge watcher. La TV che si vedrà in futuro, in altre parole, è quella che oggi passa per Amazon, per Netflix, per le autoproduzioni di YouTube: ai classici media non resta che sedersi e prendere nota.