Il mondo connesso sta cambiando: il numero delle persone aumenta, ma muta profondamente il modo in cui si approcciano al Web o alla telefonia. I fili vengono abbandonati, la realtà mobile continua a crescere e poco alla volta il mondo “sviluppato” completa la propria opera di trasposizione online. Il pianeta è però chiaramente diviso in due ecosistemi estremamente differenti: così come parte del mondo è già fortemente connesso, al tempo stesso la parte restante quasi ignora il Web e tutti i suoi benefici, vivendo ancora in una dimensione offline che non attinge in alcun modo alla ricchezza (economica e culturale) che la rete è in grado di elargire.
I dati distribuiti dall’ITU a tal proposito parlano chiaro: a fine 2014 saranno ormai 3 miliardi le persone collegate, due terzi delle quali provenienti dalla parte più ricca e benestante del mondo. Trattasi di stime approntate non tanto per semplice beneficio di inventario, ma perché, come spiega il direttore dell’ITU Telecommunication Development Bureau Brahima Sanou, senza misurazioni non è possibile tracciare le evoluzioni nel tempo per studiarne le dinamiche, le cause e le conseguenze. Ma non solo: lo stesso Sanou ricorda come dietro la fredda statistica vi siano in realtà storie umane, realtà, vite: i numeri descrivono progresso e povertà, evoluzioni e regressioni, difficoltà e ricchezze. Trattasi pertanto di approfondimenti che, partendo dal mero dato tecnico, possono fornire una lettura sociale fedele dalla quale partire per progettualità e riforme.
I numeri fanno emergere anzitutto il continuo evolvere del mobile (2,3 miliardi di connessioni globali, il 55% delle quali nel mondo sviluppato) e il lento decadere della telefonia fissa: nel giro degli ultimi 5 anni sono venute meno 100 milioni di abbonamenti a linea fissa, mentre soprattutto in Asia e Africa la telefonia mobile ha letteralmente preso il volo.
Il mondo sviluppato, nel frattempo, ha ormai raggiunto un livello di quasi-saturazione per quanto concernente la connessione delle case alla rete: a livello internazionale si andrà a raggiungere il 44% complessivo entro la fine dell’anno, mentre la quota sale al 78% nei paesi più evoluti. In Africa la percentuale è ancora pari al 10% circa, ma il ritmo di crescita è molto elevato e la prospettiva è pertanto quella di un rapido cambiamento della situazione anche laddove il Web non sia ancora arrivato ad oggi (anche e soprattutto grazie alla continua opera di promozione che viene portata avanti dai paesi occidentali, oltre a progetti – come Loon – con i quali andare a coprire aree di difficile raggiungimento). Grazie al mobile, nel continente africano la connettività raggiunge ormai il 20% della popolazione (era il 10% nel 2010), il che ben delinea quale sia la strada che i paesi meno sviluppati stanno percorrendo per recuperare terreno.