E’ questo il futuro a cui vuole arrivare il CEO di Zoom Eric Yuan, alla luce del cambiamento, anzi di una vera e propria rivoluzione, nel modo di lavorare che la pandemia di Covid 19 ha portato. Zoom, soprattutto negli Stati Uniti, è diventata sinonimo di videoconferenza, la app più usata sia in ambito privato che soprattutto nelle aziende. Ma oggi non siamo più nel 2020, lo smartworking è più o meno finito, e la bolla delle call se non è scoppiata si è per lo meno ridotta di molto. Nilay Patel di The Verge ha avuto la possibilità di intervistare il CEO di Zoom e chiedergli quale è il futuro di Zoom alla luce delle nuove tecnologie, e per nuove tecnologie si intende, soprattutto, l’intelligenza artificiale.
Per Yuan il problema più grande di lavorare in ufficio, dove c’è un costante scambio di informazioni è il tempo. E non c’è differenza in tal senso tra un CEO di una azienda come Zoom o un semplice impiegato alla prime armi della stessa. Ogni giorno ci saranno sempre mail e chat da leggere alle quali rispondere, meeting a cui partecipare e così via. Da qui a pochi anni, i nostri avatar digitali gestiti da una intelligenza artificiale allenata su noi stessi potranno gestire buona parte di questi impegni al posto nostro, a tutto vantaggio di stress e tempi di recupero.
Sì, per Eric Yuan è questo il futuro che ci aspetta se l’evoluzione dell’intelligenza artificiale continuerà a correre come sta facendo adesso. Il nostro clone non sarà unico, ma sarà customizzabile, con parametri che noi stessi gestiremo a seconda dell’occasione in cui ci sostituirà, proprio come se dovessimo preparare il nostro avatar in un videogioco di fronte ad una particolare sfida che richiede abilità e skill peculiari. Al momento questa è la visione del futuro di un CEO visionario, perdonate il gioco di parole, ma è facile pensare che davvero tra pochi anni l’intelligenza artificiale sarà così evoluta da poter sostituirci senza problemi. Il problema delle videoconferenza sarà risolto per sempre, ma senza dubbio, ne nasceranno altri.