«La sua testa è più grande del suo bacino». Era giunto a questa conclusione uno degli autori del celebre sito web Boing Boing in un post dedicato a una recente pubblicità realizzata dal marchio Ralph Lauren. L’immagine ritraeva una modella con vita e bacino molto stretti frutto con ogni evidenza di un pesante intervento di photo editing per rendere il soggetto ritratto ancor più magro. L’affermazione pubblicata su Boing Boing non è però piaciuta a Ralph Lauren, che ha deciso di appellarsi al Digital Millennium Copyright Act (DMCA) per richiedere la rimozione dell’immagine pubblicitaria dal famoso sito online.
«Secondo loro, l’immagine costituisce una violazione e hanno così deciso di investire un po’ del loro tempo per inviare una richiesta di rimozione sulla base del DMCA al nostro mitico ISP, Priority Colo del Canada» si legge nel post di Boing Boing che ricostruisce la vicenda degli ultimi giorni. Invece di dare immediatamente seguito alle richieste di Ralph Lauren, il provider ha inoltrato la richiesta ai responsabili del sito web per ottenere un secondo parere sulla delicata vicenda. Seguendo le indicazioni fornite nello stesso DMCA, che prevede l’utilizzo di immagini e altre risorse «per scopi quali la critica, opinioni, informazione», i responsabili di Boing Boing hanno deciso di mantenere online il post incriminato.
Il confronto tra il sito web e Ralph Lauren si è successivamente spostato sull’effettiva genuinità dell’immagine pubblicata, reperita da Boing Boing sul blog Photoshop Disasters che quotidianamente pubblica su segnalazione dei lettori i risultati più disastrosi ottenuti con il photo editing. L’annuncio pubblicitario della discordia era stato inviato da una fonte anonima, che aveva affermato di aver fotografato un pannello promozionale Ralph Lauren all’esterno di un centro commerciale a Tokyo. Una condizione sospetta, che in un primo momento aveva indotto il marchio a ipotizzare la presenza di un falso.
In seguito alla querelle con Boing Boing, il caso ha assunto online dimensioni considerevoli tanto da indurre Ralph Lauren a compiere ulteriori verifiche sull’annuncio della modella modificata al computer per apparire magra a tal punto da essere chiaramente innaturale. Attraverso un comunicato stampa, il celebre marchio ha infine fatto ammenda: «Per oltre 42 anni abbiamo costruito un brand basato sulla qualità e l’onestà. Dopo ulteriori indagini, abbiamo appreso di essere responsabili per l’immagine e il ritocco di scarsa qualità che hanno portato a una raffigurazione distorta di un corpo femminile. Abbiamo affrontato il problema e intendiamo andare avanti per assumere ogni precauzione per essere certi che la qualità delle nostre illustrazioni rappresenti appropriatamente il nostro brand».
Il caso dell’annuncio pubblicitario Ralph Lauren ha nuovamente sollevato numerosi interrogativi sul ruolo dei marchi di moda nel trasmettere un’immagine distorta, e a volte pericolosa, della magrezza. Le immagini di modelle e modelli molto magri, e spesso ulteriormente snelliti tramite photo editing, possono contribuire a indurre i soggetti più esposti a modificare i propri comportamenti alimentari per perseguire un modello estetico lontano dalla realtà e pericoloso per la propria salute. Un fenomeno contro il quale si battono da tempo le istituzioni e le associazioni impegnate nella lotta ai disordini alimentari, anche attraverso il contrasto ai cosiddetti spazi online “pro-ana” e il coinvolgimento diretto dei marchi di moda chiamati alle loro responsabilità.