Così come in borsa c’è l’eccesso di rialzo, pure in questo caso deve essere scattato un meccanismo simile, anche se la decisione non proviene da un ente di controllo, ma direttamente dai gestori del sito.
La storia è quella di Tyrannybook, e del suo troppo successo. Il sito era stato creato da Amnesty International Portogallo, con l’intento di far circolare informazioni riguardanti alcuni dei leader mondiali sotto osservazione per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani.
Subito aveva riscosso un notevole seguito, tanto che proprio questo ha costretto i gestori del servizio a chiuderlo, non avendo più le forze per gestire l’incredibile mole di utenti, così come si legge sul messaggio che compare ora provando ad accedere alla pagina.
La buona notizia, in un certo modo, è che un sito del genere ha ricevuto l’attenzione che meritava, e dimostra inoltre che i contenuti “seri” non è detto che debbano essere affrontati necessariamente in maniera seriosa, ma possono anche sfruttare la Rete e i suoi meccanismi di comunicazione apparentemente più leggeri, come abbiamo del resto visto poco fa con 1BillionHungry.
Per la cronaca, Tyrannybook aveva un’interfaccia che ricordava volutamente quella di Facebook, salvo che al posto del classico azzurro compariva il rosso.
I personaggi che erano stati seguiti nella prima fase di attività del servizio sono stati: Mahmud Ahmadinejad, Omar Hasan Ahmad al-Bashir, Hu Jintao, Kim Jong-il, Ramzan Kadyrov, Radovan Karad?i?, Thomas Lubanga, Aleksandr Luka?enko, Robert Mugabe e Than Shwe.