548 milioni di dollari: a tanto aumenta il danno certificato che la Federal Trade Commission statunitense ha valutato in conseguenza dei 635.000 reclami che nell’arco di tutto il 2004 i consumatori americani hanno depositato presso la FTC stessa. Tutte le denunce sono state depositate presso la cosiddetta Consumer Sentinel, una banca dati accessibile per verifiche ed indagini e predisposta al fine di contribuire all’ostruzionismo contro ogni tipo di frode informatica.
L’apposito report pubblicato dalla commissione evidenzia come il 61% (388.603) delle segnalazioni faccia riferimento a vere e proprie frodi, mentre nel 39% dei casi il problema sorga da un furto di identità. Per quanto concerne le frodi informatiche, la prima voce nell’elenco delle segnalazioni fa riferimento ad aste online (16% del totale), ma la differenziazione è vasta ed è piccolo lo scarto numerico tra le varie categorizzazioni successive. Le truffe hanno causato un danno globale certificato di 547 milioni di dollari, con la valutazione di una perdita media di circa 259 dollari per utente. Ben il 35% dei casi ha avuto inizio con una mail semplicemente categorizzabile sotto il nome di Spam.
Altro importante tipo di segnalazioni fa riferimento al furto di identità (il cosiddetto “phishing”). In questa categoria svettano il furto di carte di credito (28% dei casi) e la frode bancaria (18%). La FTC sottolinea come, secondo i dati dell’Electronic Fund Transfer, questo tipo di frode sia più che raddoppiato tra il 2002 ed il 2004. La cosa preoccupante, però, è che ben il 61% dei truffati contattati dalla ricerca non ha denunciato alcunchè agli organi competenti, il che sminuisce il problema rendendo più difficile la battaglia delle autorità.