Nonostante Trump abbia perlopiù evitato il tema dell’intelligenza artificiale (IA) nel suo discorso sullo stato dell’Unione, una nuova direttiva potrebbe alimentarne lo sviluppo in diversi settori, dall’assistenza sanitaria alle milizie. Chiamata American AI Initiative, ordina alle agenzie federali di dare priorità all’intelligenza artificiale nella ricerca, sebbene ancora non sia stato stanziato un finanziamento specifico per il raggiungimento degli obiettivi.
La direttiva incoraggia inoltre l’educazione dei lavoratori americani all’utilizzo di una serie di programmi guidati dal National Council for the American Worker. E ancora, invita il governo a migliorare l’accesso al cloud computing e alla condivisione dei dati per lo sviluppo di nuovi sistemi di intelligenza artificiale.
Sono due i principali motivi per cui l’ordine esecutivo è stato firmato da Trump: in primis per la preoccupazione dell’impegno della Cina nel diventare una superpotenza nel campo dell’IA (potrebbe infatti ottenere la leadership entro quattro anni); e poi per la minaccia di perdite di posti di lavoro in un periodo in cui l’automazione si fa sempre più indispensabile. L’iniziativa sollecita inoltre le filiali federali a stabilire un quadro normativo per l’intelligenza artificiale in tutti i settori industriali.
Tutto ciò potrebbe inoltre aprire porte all’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale, che fino a questo momento è stato centro di molte polemiche per l’uso che ne viene fatto in Cina (dove viene sfruttata per diversi fini, spesso per cause meno nobili). Sia Microsoft che Amazon, negli scorsi mesi, hanno sollecitato il governo affinché venissero istituite regole rispettose della privacy per l’utilizzo del riconoscimento facciale. Non è detto che l’American AI Initiative dia via libera a tale tecnologia, ma si tratta comunque di un ottimo punto da cui partire.