Donald Trump è pronto a offrire incentivi affinché Apple, e altre aziende analoghe, tornino a basare la loro produzione all’interno del territorio degli Stati Uniti. È questo il fulcro della telefonata che il neoeletto presidente e il CEO di Apple si sarebbero scambiati qualche giorno fa, così come riportato questa mattina dal New York Times. La testata statunitense ha da poco pubblicato un approfondimento, comprensivo ora di parte dei contenuti della conversazione.
È proprio in occasione di un intervista per il New York Times, che Donald Trump ha voluto confermare il recente contatto, avvenuto per via telefonica, con il CEO di Apple Tim Cook. E, sebbene in mattinata non siano emersi i contenuti di questa conversazione, alcune parti sono state svelate nelle prime ore del pomeriggio. A quanto pare, il neoeletto presidente avrebbe promesso ad Apple, e ad altre aziende analoghe, di provvedere all’implementazione di un sistema di incentivi per riportare la produzione negli Stati Uniti. Un fatto che non sorprende, considerate le dichiarazioni rilasciate lo scorso gennaio, e non propriamente distese, dal neoeletto Presidente nei confronti della Mela. Così riporta la testata a stelle e strisce:
Ho ricevuto una chiamata da Tim Cook di Apple e ho detto: “Tim, per me sarebbe una grande conquista riuscire a convincere Apple a costruire un grande impianto negli Stati Uniti, o tanti grandi impianti negli Stati Uniti, anziché andare in Cina, in Vietnam o in tutti gli altri posti dove ora vai per produrre i tuoi prodotti”. […] Ho detto: “Credo che creeremo degli incentivi e credo che lo farai. Opteremo per grandi tagli sulle tasse per le aziende, ne sarai felice. Ma per ottenere grandi tagli, dobbiamo sbarazzarci delle norme, le leggi che li rendono impossibili. Indipendentemente tu sia un liberale o un conservatore, potrei mostrarti delle norme su cui tutti sarebbero d’accordo nel definirle ridicole”.
Come già accennato, il neoletto Presidente aveva già avuto modo di commentare le politiche produttive di Apple, esprimendo parole dure lo scorso gennaio, in occasione di un intervento presso la Liberty University in Virginia. Ai tempi, Trump aveva promesso dei dazi sugli import dalla Cina, per costringere le aziende a tornare a produrre negli Stati Uniti. Questa possibilità, tuttavia, è stata di recente smentita dagli esperti in economia, poiché l’imposizione dei dazi voluti, anche superiori al 35%, non rientrerebbero nelle competenze presidenziali.
Apple già produce alcuni suoi prodotti negli Stati Uniti: qualche anno fa, ad esempio, ha avviato l’assemblaggio dei Mac Pro in un impianto di Austin, nel Texas. Di recente, invece, è apparsa sulla stampa un’indiscrezione relativa ai partner Foxconn e Pegatron: secondo quanto reso noto, seppur non confermato dalle parti di Cupertino, Apple avrebbe richiesto ai due big asiatici di elaborare un piano preliminare e non vincolante dei costi per avviare parte della produzione negli USA.