In occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’incubatore ICult, la redazione di Webnews ha avuto modo di incontrare un team che, dopo aver già lasciato il segno sul Web italiano con varie iniziative che affondano le radici ai primi anni del nuovo millennio (si ricordi su tutte il progetto My-TV), si presenta al domani con una nuova idea ed una nuova etichetta di “startup”. Trattasi del team Direttaweb, che ha dato vita alla TTouch Srl.
TTouch Srl sembra una “startup non convenzionale”, perché viene da una esperienza consolidata di attività imprenditoriale e oggi vuole scommettere «non solo su un prodotto innovativo, ma su una modalità innovativa di fare impresa». Il nuovo progetto del gruppo è un tavolo touch sul quale operare con le dita per interagire (anche in gruppo) con i contenuti ivi presenti: dal salotto alla scuola, fino all’azienda, passando per una moltitudine di utilità possibili. Il progetto, denominato TTouch appunto, godrà dell’appoggio dell’incubatore ICult e per approfondire l’argomento abbiamo sentito e Francesca Capacchietti (CEO) e Astolfo Vesci (Co-fondatore).
Come avete approcciato il mondo delle startup?
Direttaweb è un’azienda nata in realtà nel 2001 e fino allo scorso anno, aveva un buon fatturato. Purtroppo, soffocata dal fisco, dalla crisi economica e da clienti che pagano con molto ritardo, come accade a molti, ci siamo trovati a reinventarci.
Avevamo tre progetti da realizzare e a maggio 2012 abbiamo deciso di costituire una newco che fosse focalizzata su questo obiettivo. Per cercare di accedere a qualche finanziamento (quelli famosi a fondo perduto di cui tutti parlano, ma nessuno o pochi eletti è stato in grado di accedervi) ci siamo dati uno sguardo intorno e ci siamo rivolti alla sede BIC Lazio a Viterbo. Nel nostro territorio era la realtà giusta per fare ciò che volevamo. Siamo stati aiutati nella stesura del Business Plan e ci siamo ritrovati ad essere una startup, un’azienda alle prime armi con 12 anni di bagaglio di esperienze lavorative e risultati brillanti!
Bic Lazio ci ha permesso di essere in contatto con realtà legate al mondo delle startup come StartupBusiness che ci hanno a loro volta poi portati a presentarci alla tappa bolognese del roadshow Smau con il secondo prototipo del progetto sul quale stiamo attualmente puntando per sviluppare il nostro business: TTouch.
Oggi siete con l’incubatore iCult: come avete incontrato questa realtà? Avete contattato altre realtà oltre BIC?
L’incubatore iCult era un progetto di BIC Lazio in fase di realizzazione quando Direttaweb è stata preincubata. Ci è stata offerta la possibilità di entrare a far parte di questa realtà e ne siamo diventati parte attiva. Siamo convinti che questo nuovo incubatore ci darà visibilità e possibilità di emergere e di integrare i nostri progetti con altri, volgendoli allo sviluppo della cultura e del territorio.
Non abbiamo incontrato BIC Lazio così, casualmente: siamo andati a bussare alla loro porta con i nostri progetti e loro ci hanno accolti ed aiutati con grande serietà e professionalità.
Mentre iniziavamo il nostro percorso con BIC, siamo entrati in contatto con diverse realtà che promuovono startup come BarCamper di Dpixel o anche Working Capital – l’acceleratore di Telecom Italia -, ma fino ad ora la realtà che più delle altre ci ha sostenuto ed aiutato è stata sicuramente BIC Lazio.
Quanto è importante secondo voi la presenza diretta sul territorio degli incubatori?
È sostanziale. Ogni territorio ha le sue potenzialità, i suoi talenti, i suoi progetti. Gli incubatori in questo caso sono importantissimi perché permettono di unire le forze, le risorse e le persone per far emergere delle realtà aziendali notevoli e realizzare quei progetti che valorizzano il territorio stesso e aiutano l’economia territoriale e che altrimenti resterebbero nell’ombra. Inoltre consentendo un confronto continuo tra imprenditori, permette a questi ultimi di evitare di incorrere negli stessi errori e di ideare progetti comuni che diversamente non sarebbero nati.
Qual è il vostro giudizio sul fenomeno degli incubatori in generale? Quali vantaggi e quali limiti, se ce ne sono, riconoscete?
Gli incubatori sono, secondo noi, degli ottimi catalizzatori di idee e di imprese. Come ho detto prima consentono di aiutare l’economia del territorio e le aziende che la compongono anche in un momento in cui l’economia italiana soffre di problematiche importanti. Il vantaggio più grande che gli incubatori offrono, secondo noi, è la possibilità di creare e lavorare a progetti comuni allargati a molte e differenti competenze.
Limiti? Non li chiamerei così. Chiamiamole “difficoltà” nei percorsi, e sono sempre le stesse: burocrazia e grandi sforzi per permettere alle aziende incubate di accedere ai fondi.
Parliamo del prodotto. Cosè TTouch e come si differenzia da altri prototipi di tavoli interattivi proposti in passato anche da grandi produttori come Microsoft?
TTouch rappresenta un concetto innovativo di tavolo tradizionale, customizzabile nei colori, nei materiali e nel design – ad oggi ci sono 3 modelli di design tra i quali scegliere . Ha un piano inclinabile da 0° a 90° tramite un meccanismo servoassistito radiocontrollato che ne permette l’orientamento a seconda del contesto in cui viene inserito e dell’uso che se ne farà. È un device caratterizzato dall’italian design e dall’Hi-Tech. L’idea e il progetto nasce e si sviluppa in TTouch Srl. Il design è del De Ponte Studio di Milano e la realizzazione materiale del tavolo è fatta da TTouch Srl in collaborazione con il Laboratorio A di Viterbo.
È un tavolo di uso comune, è un multitouch device da lavoro e da gioco. Un nuovo strumento multimediale ad alte prestazioni sia nel lavoro di gruppo che in quello individuale È un computer ad alte prestazioni, un televisore di ultima generazione, una multimedia/game station, un device per la fruizione di musica, foto, giochi, video e contenuti di altro genere (es. web conferences e co-working).
TTouch
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Contiene in sé un grande valore aggiunto: è un prodotto All In One, dal design accattivante, prestazioni eccellenti con un prezzo altamente competitivo. Insomma tutto ciò che fino ad oggi abbiamo fatto utilizzando tanti diversi device tra loro scollegati oggi si può fare utilizzando un solo strumento: bello, funzionale ed economico, che può essere impiegato in diversi ambiti.
TTouch è un device “Social” perché, a differenza degli smartphone o dei tablet che inducono gli utenti ad isolarsi dal resto del mondo che li circonda, TTouch, grazie alla tecnologia multitouch a 10 tocchi, si può usare insieme ed in contemporanea per lavorare o per divertirsi.
TTouch è molto diverso dagli altri tavoli multimediali presenti sul mercato perché è un tavolo di italian design con il piano inclinabile che ne permette un comodo utilizzo in ogni situazione mentre i nostri concorrenti propongono generalmente delle strutture abbastanza basic, costituire dalle classiche 4 gambe in metallo sulle quali si va a posizionare in modalità fissa un monitor multitouch come vediamo spesso in tv nei telegiornali.
L’altra grande differenza tra TTouch ed i suoi concorrenti è il prezzo: abbiamo deciso di far partire il prezzo da 2.999 euro per renderne più accessibile l’acquisto mentre ad esempio il tavolo di Microsoft parte da prezzi che sono almeno tre volte rispetto a TTouch.
Una ulteriore differenza sta nel fatto che chi acquista TTouch lo può personalizzare come vuole. All’interno del sito ufficiale è presente la sezione di e-commerce sulla quale si possono scegliere i modelli ed i colori in combinazione piuttosto che i materiali o il sistema operativo (Windows o Android) o ancora il sistema audio che si decide di inserirci. Così ogni TTouch sarà un elemento unico.
A chi è destinato?
Cominciamo dicendo che, fino ad oggi, tutti coloro che lo hanno visto e provato ci hanno detto che lo vorrebbero avere in casa. Infatti una delle fasce di target che abbiamo individuato sono le famiglie con figli in età adolescenziale. Ma non solo. Oltre che nelle case infatti, TTouch è destinato ad esempio alla P.A., alle aziende, in ambito culturale ad esempio nelle università o nei musei, medico per la diagnostica ad immagini, sociale, commerciale, turistico e sportivo.
Qual è il vostro punto di vista sul mondo delle startup?
In Italia stanno nascendo moltissime startup anche per il particolare momento di crisi economica in cui i giovani non riescono a trovare occupazione e si vedono costretti a creare una loro impresa per cercare di lavorare.
Le idee alla base di alcune di queste aziende sono davvero brillanti, valide, delle soluzioni a problematiche importanti e sarebbe opportuno che lo stato le aiutasse ad emergere. Altre startup invece si basano su progetti ed idee che dovrebbero essere destinate a restare semplicemente idee.
Le startup, quelle valide, in Italia, possono davvero fare la differenza. Se aiutate nel modo e nella misura corretta secondo noi in futuro saranno il vero tessuto strutturale della ripresa economica italiana. Le startup in questo momento rappresentano, secondo noi, la proiezione delle grandi realtà aziendali che daranno lavoro a moltissime persone e riusciranno a riportare eccellenza nel mondo dell’economia italiana e mondiale.
Ci muoviamo in un campo assolutamente complicatissimo, se i finanziamenti continuano a rimanere delle chimere e se il fisco in Italia continuerà a fare di tutto per soffocare le aziende, queste realtà e l’economia italiana non avranno futuro.