Dalle minacce ai fatti, la Turchia ha bloccato l’accesso a Twitter all’intero Paese. Poche ore prima, il premier turco Recep Tayyp Erdogan, durante un comizio elettorale, aveva lanciato l’ennesima campagna contro i social network ed in particolare contro Twitter definito come pericoloso e contro la sicurezza nazionale. Minacce che sembravano più una mossa elettorale, visto che mancano 10 giorni alle elezioni, ma già dalle ore 23 di ieri sera, molti account hanno iniziato a risultare irraggiungibili.
In breve tempo, l’inibizione all’accesso al social network è stata pressoché totale per l’intero Paese. Dal quartier generale di Twitter si sono subito attivati per informare in qualche modo gli utenti turchi del social network della possibilità comunque di comunicare attraverso la piattaforma utilizzando il servizio SMS. Gli utenti della Turchia che utilizzano una linea mobile Avea, Vodafone o Turkcell potranno dunque continuare a cinguettare inviando i messaggi via SMS. Un sistema di comunicazione alternativo che è già utilizzato anche negli altri Paesi dove i governi hanno inibito l’uso della piattaforma social.
Secondo quanto scoperto dagli utenti che hanno cercato di ripristinare il servizio, tentando di aggirare il blocco modificando i DNS, l’operazione di inibizione alla piattaforma Twitter sarebbe stata attuata da un ente statale, l’Autorità per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Btk). Un ente a cui di recente il governo turco ha attribuito alcuni particolari poteri speciali tra cui quello di poter chiedere ai provider il blocco di quei siti che posso aver in qualche modo violato la privacy. Questo senza nessuna preventiva autorizzazione di un giudice. Infatti, dalle minacce al blocco effettivo, sono passate solo poco più di 4 ore.
Provando ad accedere a Twitter modificando i DNS o utilizzando altre scorciatoie, gli utenti turchi si sarebbero imbattuti proprio in una pagina pubblicata da questa sorta di Autority turca in cui sarebbero elencati tutti i provvedimenti giudiziari che hanno portato al blocco dell’accesso al social network per l’intero Paese.
Recep Tayyp Erdogan da tempo dimostra di avere il dente avvelenano contro i social network ed in particolare verso Twitter. Questo a causa della velocità con cui si diffondono le notizie attraverso i social network, visti per questo da lui come una minaccia per la sicurezza nazionale. Il premier di recente è stato infatti accusato di corruzione e i social network in quest’occasione sono stati per lui l’ennesima spina su fianco di un situazione molto complessa. In particolare, attraverso Twitter molti cittadini si scambiavano idee, commenti ed organizzavano manifestazioni di protesta. Troppo per tenere sotto controllo la propaganda. Tuttavia secondo l’Autority turca, in questo caso esisterebbero anche tre ordini del giudice e uno di un procuratore che giustificherebbero il blocco di Twitter, di cui però non se ne conoscerebbero i dettagli.