I più importanti testimonial dell’Italia sono probabilmente gli italiani stessi, orgogliosi del territorio, innamorati del cibo, che non si tirano indietro quando c’è da rivelare le bellezze del luogo al viaggiatore e dare prova di ospitalità attraverso i loro consigli. Un elemento di cui forse si parla poco, riguardo a Expo Milano, è come strutturare il turismo incoming. Una startup ormai molto famosa come 1000Italy ci sta lavorando e la sua CEO rivela di fidarsi di Milano: ce la farà.
La differenza tra numeri attesi e attuali è abbastanza netta ma non preoccupante, dato che la combinazione dei ritardi nel completamento dei padiglioni insieme ai prezzi ogni giorno più bassi degli hotel basta a spiegare le prenotazioni ancora latitanti dall’estero, sempre considerando che la fiera internazionale durerà sei mesi e storicamente non si sono mai venduti molti biglietti prima dell’apertura di queste fiere.
Dunque quale può essere la sfida? 1000Italy ha rilasciato la nuova versione dell’applicazione mobile sviluppata secondo la gamification con l’obiettivo di rafforzare il ruolo degli Ambassador, i principali creatori di contenuti della piattaforma. Le nuove funzionalità rivoluzionano il sistema di certificazione dei contenuti: 1000 Italy è la prima applicazione di questo tipo a proporre un modello totalmente community-based di controllo e validazione dei contenuti proposti. Niente centralità degli algoritmi, niente dittatura delle recensioni troll, ma grazie al nuovo processo di accredito e validazione, gli “Italy Lover” desiderosi di promuovere le eccellenze sparse sul territorio, una volta divenuti ambasciatori, possono raccomandare contenuti direttamente dall’app, suggerendo al turista le vere chicche del posto che per primi loro stessi amano e vivono.
Se ti senti un vero italiano leggi qui: http://t.co/r2CJKItLNX #DNA #turisMIamo #pazziperlitalia #whatitalyis #ambassador #travel #trip
— 1000 Italy (@1000italy) April 20, 2015
Il sistema prevede che la community degli ambassador sia responsabile della certificazione dei contenuti, cioè della loro autenticità e qualità; per mezzo di nuovi tools potranno controllare i contenuti pubblicati da altri e dalla stessa redazione di 1000 Italy, contribuendo attraverso le loro segnalazioni a tenere aggiornati i dati ed evitare eventuali abusi, garantendo al viaggiatore un contenuto davvero local, perché verificato periodicamente. Queste novità sono ovviamente introdotte per fidelizzare gli appassionati di Italia iscritti che usano l’applicazione e possono guadagnare punti per regali high tech e viaggi, e verranno presentate il 12 maggio alla cascina Cuccagna, in pieno Expo. Non a caso.
Karin Venneri: Milano ce la farà
La CEO di 1000 Italy sa di aver creato una delle applicazioni migliori del settore anche per la particolarità di essere totalmente concentrata sull’attrazione dei turisti stranieri in Italia (russi in particolare, tanto che ha ricevuto l’invito ad essere ospitata al padiglione russo) e quelli che cercano mete non banali. Nessuno meglio di lei può giudicare l’imminente esposizione universale dal punto di vista del turismo straniero, e a dispetto delle tante ragioni di pessimismo è convinta che Milano non abbia nulla da temere.
Karin, abbiamo scritto per primi, qualche tempo fa, della scarsa accoglienza di Milano secondo Travel Appeal: cosa ne pensi?
Dipende dai fattori che hanno considerato. Certamente se l’indice privilegia il calore dell’accoglienza, la reputation può soffrirne, però l’accoglienza in sé non sarà un problema durante Expo. Ce ne stiamo accorgendo ogni giorno che passa nelle riunioni con le istituzioni e lavorando sul campo.
È vero che gli operatori sono più preoccupati per tutto quanto resta fuori Milano?
Esattamente. Sento molto parlare della città e molto meno di quanto siano organizzati gli altri, mi sembra questo il vero problema: che l’indotto turistico si limiti alla città e dintorni, in Lombardia e massimo nord Italia.
Sarebbe un problema?
Sarebbe un’occasione persa, perché molti di quelli che verranno all’Expo sono persone probabilmente attratte da percorsi originali.
Voi di 1000 Italy credete molto negli ambasciatori delle bellezze italiane, fate della convinzione italiana di essere i più belli del mondo una specie di carburante innovativo: funziona?
Noi ci consideriamo un’evoluzione del sistema di recensioni online fino a oggi adottato da diversi operatori. Sistemi che per primi hanno fatto leva sul potere che la tecnologia mette nelle mani della gente comune, ma che purtroppo sono oggi strumentalizzati e distorti. Allora abbiamo compreso che ci vuole un sistema di certificazione dei contenuti da parte di una comunità di persone col Dna di amanti del Belpaese. Detto questo, faccio un solo esempio: lavorando coi russi, prima della crisi del rublo fortunatamente alle spalle, nel 2013 ne ho visti passare un milione e trecentomila. Tutti con idee molto chiare e originali su cosa fare, per nulla sprovveduti, pieni di soldi. Li lasciamo a Milano, Venezia e finita lì o suggeriamo loro esperienze speciali?
Come si comportano i turisti a seconda della nazione?
Ognuno ha le sue caratteristiche culturali, che si traducono anche in diverse modalità con le quali una società come la nostra può aggredire il mercato. I russi, cinque anni fa, si appoggiavano ai tour operator e seguivano le tracce standard: grandi città, turismo culturale. Ora la percentuale di chi torna è salita tantissimo, gran parte di loro conosce già il paese, si spostano in grandi gruppi e tendono quindi a non avere paura della lingua. Rimini, la Sicilia, la Versilia, sono enclave russe. Non hanno più bisogno di essere accompagnati per mano, ma di essere stimolati.
I cinesi?
I cinesi sono come i russi qualche anno fa: per aggredire il mercato devi creare partnership coi tour operator, perché il cinese non è ancora in grado di raggiungere l’Italia da solo. Ecco perché, sulla carta, americani, tedeschi e russi si deve provare a portarli ovunque mentre coi cinesi, anche durante Expo, si vedranno guadagni nei percorsi più consolidati.
Al di là degli agganci, cosa bisogna offrire ai milioni di turisti, siano 6 o 20, che verranno in Italia per Expo?
Lo dico con rammarico, non si è fatto molto dal punto di vista dell’approccio scientifico che noi startup del turismo abbiamo come esperienza e come Big Data. Complessivamente le osservazioni analitiche sono le medesime che trovi anche nel commercio elettronico: i russi amano spendere ma anche gli sconti, i cinesi vogliono il social engagement, gli europei sono molto influenzati dal prezzo e dal consumo etico.
Karin, ma nel paese di Italia.it e VeryBello si può davvero credere che si è fatto un buon lavoro?
Noi siamo qui, anche in futuro, per costruire piattaforme migliori e attrattive. Persino per condividere i nostri database. Ci sono stati errori e ritardi, ma è anche vero che l’Italia è un brand talmente forte e l’occasione di Expo – col suo argomento accattivante – talmente grande che credo alla fine tutto andrà bene.