L’Osservatorio dell’informazione online di WebTime, che tiene costantemente sotto controllo il mondo editoriale in rete,
registra una crescita soprattutto nelle webzine, ovvero le pubblicazioni
presenti solo su Internet e che quindi non hanno un corrispettivo cartaceo
(905 in totale). Ottanta quotidiani, 663 riviste, 905 webzine, queste le
forze censite alla fine dello scorso anno.
Secondo Webtime, nel 2000 i siti d’informazione italiani, nel loro
complesso, sono diventati ancora più numerosi, anche se la crescita è stata
meno veloce di quella del ’99. L’Osservatorio dell’informazione online di
WebTime registra a fine dicembre 1.408 pubblicazioni italiane su Internet,
433 in più rispetto al ’99, che nei primi tre mesi del 2001 sono arrivate
a quota 1.658. Insomma, nel 2000 l’aumento è stato del 44% su base annua,
mentre nel ’99 il tasso di crescita era stato del 69%.
Sempre nel periodo considerato la crescita più alta l’hanno registrata le webzine.
Nel corso del 2000 infatti queste pubblicazioni sono passate da 412 a 772
(+87%). Meno accentuata la crescita dei siti delle riviste, passati da 501
a 559 (+11%). I siti dei quotidiani sono aumentati invece del 22%, passando
da 62 nel dicembre ’99 a 76 nel dicembre 2000. Quasi tutti i gruppi editoriali
sono ora presenti sulla rete, anche se – secondo Webtime – non tutti hanno
sviluppato prodotti originali per Internet, cioè pensati appositamente
per la rete e non semplici riproduzioni online di testate cartacee. Inoltre,
sempre secondo WebTime, proprio per far fronte alla crescente concorrenza,
quotidiani e riviste cartacee con propri siti web, hanno introdotto significative
novità nei contenuti e nei servizi offerti.
Ma il dato più significativo riguarda il sorpasso operato
dalle web magazine ai danni delle riviste cartacee che offrono un'”edicola”
anche sul web. Questo a dimostrazione di come la realtà editoriale della
rete diventi sempre più autonoma e svincolata da quella tradizionale.
Un mercato quello italiano a quanto pare in salute, ma con numerose insidie
pronte a ridimensionarne la crescita. Da un lato lo spettro di una recessione
che, fortunatamente, ancora non ha colpito le dot.com. e in genere il web italiano. Dall’altro la “neonata” legge sull’editoria
che a molti è sembrata un “bavaglio” nei confronti di chi fa informazione
su internet. In realtà il sottosegretario con delega all’Editoria Vannino chiti
ha tenuto a precisare che i siti internet non hanno alcun obbligo di iscriversi
al registro dei comunicatori. La registrazione sarebbe dunque necessaria
solo in caso si voglia accedere ai benefici fiscali che la legge 7 marzo
2001, n°62 ha esteso anche ai prodotti multimediali. Di rimando molti operatori
del settore vedono nell’eventuale registrazione il primo passo per attuare
il controllo della libera informazione in rete.
Lasciando da parte polemiche e interpretazioni giuridiche, da un
punto di vista imprenditoriale viene da chiedersi se questo non andrà ad
incidere sull’ingresso di nuovi soggetti editoriali nel mondo del web, anche
se gli incentivi statali previsti, soprattutto come credito d’imposta, dovrebbero
comunque riuscire a stimolare la crescita dell’editoria on-line italiana