Si intitola “Open Secrets” e già nei prossimi giorni si può acquistare a 5 dollari e 99 sul sito del New York Times. È l’eBook del momento, forse dell’anno: l’ha scritto Bill Keller, direttore del giornale della Grande Mela, l’uomo che ha tenuto i rapporti con Julian Assange per il Cablegate.
Open Secrets sta già facendo molto parlare di sé, perché è il primo ritratto di una certa serietà del fondatore di Wikileaks. Un ritratto che parte dal quel giugno 2010 quando iniziarono le trattative per pubblicare in esclusiva i cablogrammi segreti della diplomazia americana sui più grandi giornali del mondo.
I retroscena di quelle settimane svelano le qualità un po’ singolari di Assange, (“alto e magro, pallidissimo, ha dei capelli che non passano certo inosservati. È vivace ma eccentrico. E sembra che sia molto tempo che non fa una doccia”), certamente geniale ma anche ossessionato dai complotti:
“È sveglio, molto esperto in informatica, si vede che ha ricevuto una buona educazione. Tuttavia è arrogante, permaloso, curiosamente credulone, in più vede ovunque cospirazioni, anche dove non ci sono”.
Nel lungo articolo che gli dedica per presentare l’eBook, Keller non si limita a descrivere il rapporto, decisamente difficile, con Assange, ma analizza i documenti, spiega l’approccio del giornale verso l’amministrazione americana, aggiunge un profilo del soldato Bradley Mannig, accusato di aver sottratto la documentazione poi finita nei server islandesi di Wikileaks, e allega pareri di molti prestigiosi analisti sui contenuti del Cablegate e sulle conseguenze geopolitiche di queste rivelazioni.
Su quest’ultimo punto il confronto con Assange è stato durissimo, e sull’altro fronte, quello della politica, non meno duro. Ma Keller, pur comprendendo la Ragion di Stato, convinto della bontà di questa operazione, ha deciso di tirare dritto, appellandosi al famoso motto di Thomas Jefferson:
“Meglio avere dei giornali senza un governo, che un governo senza alcun giornale”.
L’articolo anticipa le riflessioni del giornalista sul fenomeno Wikileaks, concludendo con la citazione del messaggio della cartolina di Natale ricevuta dagli avvocati di Assange, mentre era imprigionato a Londra:
“Cari ragazzi, Babbo Natale è mamma e papà. Con Amore, Wikileaks.”