L’asta per l’assegnazione delle frequenze del Wi-Max doveva arrivare prima dell’estate, poi in autunno fino alla settimana scorsa quando il Ministero delle Comunicazioni ha garantito che il bando di gara sarebbe arrivato a breve. I giorni intanto passano e non si vede all’orizzonte nulla, ma nel frattempo iniziano a fioccare le polemiche sul regolamento dell’asta, cosa questa che potrebbe causare nuovi ritardi e uno stravolgimento del regolamento se alcune azioni legali venissero effettivamente portate avanti.
Ma andiamo con ordine e vediamo di capire cosa viene contestato e perchè.
Innanzitutto si stanno muovendo molte amministrazioni provinciali, soprattutto quelle il cui territorio risulta più penalizzato nella diffusione della banda larga e dove quindi il Wi-Max potrebbe essere la soluzione vera al digital divide.
L’appunto delle amministrazioni provinciali nasce dal fatto che gli enti pubblici non possono partecipare alle aste, e un mancato interesse da parte dei privati lascerebbe il territorio privo delle possibilità offerte dal Wi-Max.
Le amministrazioni quindi chiedono che alcune licenze vengano loro riservate in caso alcuni enti abbiano voglia di investire per questi tipo di infrastrutture.
Un ragionamento questo ineccepibile soprattutto su alcuni territori dove le aziende potrebbero giudicare non conveniente economicamente investire, ma pur sempre territori dove è fondamentale investire in infrastrutture per far crescere l’economia locale.
Il secondo appunto nasce dalla posizione dominante di Telecom e dal netto vantaggio che avrebbero gli operatori di telefonia mobile nel caso partecipassero all’asta.
Il regolamento infatti non prevede limiti o vincoli particolari per loro, e queste aziende potrebbero partecipare tranquillamente all’assegnazione delle frequenze beneficiando di molti vantaggi in più rispetto ai piccoli provider locali che dispongono di risorse più limitate.
Terzo elemento è la mancanza di una parte di frequenze da lasciare libere per usi e fini terzi, come molti chiedono e come accade già all’estero.
Insomma l’asta deve ancora essere annunciata che le polemiche già fioccano copiose.
Il Wi-Max è una grande cosa, speriamo solo che come al solito il “metodo all’italiana” non rovini tutto”!