Il mercato delle applicazioni mobile non può e non deve essere a completo appannaggio di un gruppo soltanto. Il mercato delle applicazioni, inoltre, non può e non deve essere un giardino chiuso di cui soltanto Apple può godere regolandone le regole e l’accesso. Il mercato delle applicazioni, è evidente, è una torta che tutti intendono assaggiare. Per questo motivo il mercato ha espresso una risposta tanto forte quanto forte è il controllo assunto da Apple. E la risposta giunge da un nuovo conglomerato con carrier pronti a far sentire la propria voce, ennesima reazione alla frammentazione del mercato dopo le contestuali proposte firmate Adobe.
L’elenco (in rigoroso ordine alfabetico) è lungo ed importante: América Móvil, AT&T, Bharti Airtel, China Mobile, China Unicom, Deutsche Telekom, KT, Mobilkom austria group, MTN Group, NTT DoCoMo, Orange, Orascom Telecom, Softbank Mobile, Telecom Italia, Telefónica, Telenor Group, TeliaSonera, SingTel, SK Telecom, Sprint, Verizon Wireless, VimpelCom, Vodafone e Wind. L’obiettivo è comunicato sul sito della GSM Association: creare un ecosistema per lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni internet e mobile a cui possa accedervi qualsivoglia utente, a prescindere dal software nel device a disposizione.
Gli operatori ricordano di avere accesso a 3 miliardi di utenti in tutto il mondo e di poter vantare un accordo già con LG, Samsung e Sony Ericsson: la forza dei numeri e dei nomi si schiera quindi contro lo strapotere dei produttori software, i quali stanno battendo cassa per farsi largo nel mondo mobile occupando un mercato di grandi potenzialità. «L’obiettico dichiarato dell’alleanza è quello di creare un ecosistema di vendita all’ingrosso delle applicazioni che, fin dal primo giorno, stabilirà una strada semplice verso il mercato per gli sviluppatori che intendono fornire applicazioni e servizi innovativi alla più ampia base di clienti disponibile in tutto il mondo». Sarà un percorso lungo e non certo semplice, ma le idee sembrano chiare: la GSMA intende andare incontro agli sviluppatori, cercando tramite il loro lavoro di recuperare quel valore che oggi è stato calamitato perlopiù sui vari App Store esistenti (quello di Cupertino in primis).
Il sito ufficiale della Wholesale Applications Community è già online, ma al momento offre soltanto indicazioni di massima per manifestazioni di interesse e le prime fondamentali indicazioni sul progetto.
Secondo quanto annunciato sul sito GSMA, lo sviluppo sarà inizialmente basato su JIL e OMTP BONDI. La spiegazione del tutto risale ad un anno fa, quando Telecom Italia già portava avanti le proprie idee in merito motivando le proprie scelte ed anticipando le mosse che sarebbero venute fuori a distanza di tempo: «A sette mesi dall’annuncio del progetto che ha visto Telecom Italia tra i promotori, Open Mobile Terminal Platform (OMTP), la società partecipata da Telecom Italia e da altri operatori ai quali sono associate le principali manifatturiere, ha annunciato l’avvio operativo del progetto Open Source BONDI. […] BONDI ha l’obiettivo primario di rendere accessibili in modo sicuro le funzionalità dei terminali ad applicazioni web based o widget, in modo da abilitare la portabilità delle applicazioni tra terminali di diversa tipologia e incrementare la fruibilità del web 2.0 per i clienti di diversi segmenti. Più specificamente, BONDI definisce sistemi univoci di accesso (API) alle funzioni di base dei prodotti (fotocamera, SMS, MMS, telefonia, addressbook, PIM, GPS, sensori giroscopici,…) e per evitare fenomeni analoghi a quelli legati alla diffusione dei virus su PC, ne garantisce al contempo la sicurezza. […] Il portale del progetto, già operativo, consente la realizzazione di applicazioni innovative “web based” sicure e portabili tra diverse tipologie di terminali, cosa possibile sinora solo con versioni specifiche delle applicazioni per ciascuna piattaforma».
Il gruppo coalizzato sotto la benedizione della GSMA spiega comunque di voler evolvere le tecnologie in uso verso la forma di standard riconosciuto e per questo motivo sono già stati avviati i contatti con il W3C per giungere ad un primo risultato entro i prossimi 12 mesi.