Nick Denton è stato consacrato dal Web 2.0 come un guru: partito dalla gavetta nel Financial Times, passato per il lancio di Moreover, Denton è quindi arrivato alla propria Gawker Media che oggi costituisce uno dei pilastri della blogosfera statunitense (e non solo). Denton in questi giorni torna a stupire tutti: l’annuncio è quello della chiusura di Valleywag, uno dei più noti blog del proprio gruppo, ma il giudizio più esteso configura un tracollo dell’intero settore. Denton chiude un blog per salvarne dieci, insomma, ma tra le righe si legge la previsione per cui altri network perderanno le posizioni acquisite a causa di una estrema lentezza nell’interpretare intelligentemente la situazione congiunturale.
Denton fa una previsione precisa ed argomentata secondo cui le previsioni per il mondo dell’advertising potrebbero essere completamente sbagliate: mentre i mercati vanno in frantumi, infatti, la pubblicità online sbandiera previsioni di crescita relativamente costante, quasi ignorando le dinamiche recessive che si sono ormai inesorabilmente messe in moto. Denton propone una stima contraria basata su dati propri: nel 2009 il mercato della pubblicità (non solo online) è destinato a comprimersi del 40%, lasciando sul terreno non poche vittime.
L’unica soluzione, secondo Denton, è quella dei licenziamenti: soltanto una azione proattiva sull’ammontare dei costi può salvare gruppi che non riusciranno più a mantenere le proprie attività in solida posizione economica. La chiusura di Valleywag va dunque letta in quest’ottica: alcune penne saranno integrate in Gawker Media, altre saranno lasciate al proprio destino. Il blog chiude per comprimere i costi, evitando così di lasciare in passivo i conti.
Il grafico è quello proposto da Denton nel proprio intervento “A 2009 Internet Media Plan“: una riduzione immediata delle spese potrà permettere di salvare nomi che nei prossimi anni potranno tornare a crescere. A riprova del tutto, addirittura uno dei blog del gruppo è stato messo in vendita: The Consumerist e le sue 14 milioni di pagine viste (2 milioni di utenti unici) sono da alcuni giorni «for sale».
I dati apportati a dimostrazione del proprio teorema si basano sull’esperienza del 2001: il mercato dell’advertising veniva dal +78% dell’anno precedente, ma si è trovato ad un risultato di fine anno pari a -13%. In questi mesi, invece, la posizione da cui si parte è il +27% del 2008 a cui potrebbe far fronte il tracollo del 2009. Il primo consiglio, secondo Denton, sta nel concentrare gli investimenti su pochi titoli, dimenticando le vecchie crescite sconsiderate del nanopublishing: la quantità non paga più. La Gawker Media, infatti, spiega di avere il 91% dei risultati da appena il 30% dei propri siti, il che apre la possibilità ad ulteriori chiusure nei mesi a venire. Inoltre occorre maggior fantasia per creare soluzioni appetibili dai centri media, così che le realtà online riescano ad attrarre quegli investitori che si allontanano dai media tradizionali per le proprie pubblicità.