In Italia, un po’ come in tutto il resto del mondo, si è fatto in questi anni e si fa ancora un gran parlare di HD (high definition) o alta definizione che dir si voglia. Non c’è rivenditore di apparecchi televisivi o lettori Blu-Ray che non vanti le meraviglie di questa tecnologia e di come riesca a cambiare la fruizione dei contenuti video, compreso il nostro rapporto con la televisione e i programmi che seguiamo quotidianamente. Ma quanto si sa dell’HD? Che differenza c’è tra contenuti in HD nativa e quelli “upscalati“?
Sperimentata in Giappone fin dal 1968, l’alta definizione è effettivamente in grado di regalare una nuova esperienza di visione delle immagini televisive e non solo, garantendo colori più vivi, immagini più nitide e un maggiore senso della profondità tale da regalare una sorta di “effetto tridimensionale” a quanto visto sullo schermo.
Rispetto a una normale trasmissione televisiva, un filmato in HD presenta delle immagini composte da un numero maggiore di pixel, che per un video Full HD interlacciato (1080i, lo stesso usato dai principali provider televisivi) è pari a 2.073.600 pixel, dati da una risoluzione di 1920×1080 che è sensibilmente maggiore alla risoluzione massima delle immagini PAL di 768×576 pixel, ovvero lo standard secondo cui vengono trasmessi i canali a definizione standard.
Con più pixel a disposizione per ricomporre un’immagine va da sé che questa sia molto più definita e dai contorni più precisi rispetto a quanto visto finora sui televisori tradizionali, un concetto semplice da comprendere e da percepire anche a occhio nudo, eppure all’atto pratico non sempre è così e può capitare che immagini spacciate per HD in realtà non siano davvero in alta definizione, bensì immagini a definizione standard che hanno subito il cosiddetto processo di “upscaling”.
L’upscaling è un procedimento che consente di visualizzare su un apparecchio HD immagini che nativamente sono state catturate con risoluzione inferiore, cioè a definizione standard. Visualizzando su una TV Full HD (o anche half HD) un canale televisivo “normale” è l’upscaler del televisore che ricompone l’immagine adattandola alla risoluzione nativa del pannello, facendola quindi uscire con un numero di pixel uguali a quelli di un’immagine HD ma con qualità decisamente inferiore, in quanto i pixel originariamente mancanti vengono aggiunti tramite degli algoritmi più o meno efficienti a seconda della qualità del televisore.
Vale lo stesso discorso per molti canali in HD trasmessi nel mondo, che usano proprio la tecnica dell’upscaling (in questo caso fatto alla fonte dall’emittente e non dal pennello del televisore dell’utente) per mandare in onda del materiale d’archivio prodotto a suo tempo a definizione standard. Si tratta ovviamente di una cosa perfettamente lecita e diffusa, ma che induce spesso gli utenti in errore, i quali, vedendo il logo del canale con tanto di scritta HD, pensano automaticamente che tutto quanto trasmesso sia davvero di qualità superiore.
Un esempio di tale prassi sono ad esempio molti degli eventi che vengono trasmessi sul canale Rai HD diffuso via DTT che su TivùSat, sui canali La7 HD e MTV HD e sulle versioni HD dei canali generalisti Mediaset, che praticamente trasmettono in simulcast e dopo un processo di upscaling la programmazione a definizione standard dei canali principali a cui fanno riferimento.
Inoltre, va precisato che perfino diversi contenuti che passano sui canali Sky HD, sport compreso, sono semplicemente filmati SD la cui qualità non è paragonabile a quella della vera HD, cioè dell’alta definizione nativa che comprende i contenuti ripresi e prodotti in quella modalità e non solo portati a risoluzioni più elevate (minimo 1280×720 pixel per poter parlare di alta definizione) nell’ultimo anello della filiera di distribuzione.
Dal lato utente, per ricevere i canali HD è sufficiente acquistare un televisore Full HD o HD Ready (ormai si trovano in commercio quasi esclusivamente i modelli del primo tipo), verificare se il decoder per il digitale terrestre integrato supporta le trasmissioni HD (basta leggere se è presente la compatibilità con lo standard MPEG-4 tra le specifiche) o, in alternativa, dotarsi di decoder esterno idoneo da collegare solo ed esclusivamente via HDMI, un tipo di collegamento digitale in grado di trasportare le immagini al televisore senza compressione e in alta definizione.
Pertanto, è assolutamente da evitare l’impiego del classico cavo SCART, il quale non consente la visione dei segnali HD ma solo di quelli a definizione standard, ragion per cui, anche usando un decoder HD collegato via SCART le immagini visualizzate non saranno in HD ma semplicemente a risoluzione standard, ridotte e “adattate” per la visione dopo aver subito il processo di “downscaling“, che è l’esatto opposto dell’upscaling illustrato in precedenza.