Pugno duro di Twitch che ha denunciato alcuni utenti per aver violato i termini del servizio, pubblicando alcuni contenuti pornografici, violenti e film protetti da diritti d’autore e che, quindi, non potevano essere pubblicati sulla popolare piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon.
A “macchiarsi” di queste pubblicazioni illegali un gruppo anonimo che si fa chiamare “John e Jane Does 1-100”, che tra gli altri contenuti ha pubblicato anche la sparatoria del marzo scorso nella moschea di Christchurch, in Nuova Zelanda, dove rimanerono ferite 49 persone e ne morirono 51.
Nella maggior parte dei casi, gli algoritmi di Twitch sono in grado di filtrare i contenuti pubblicati e rimuovere quelli ritenuti proibiti dalla policy della piattaforma, tuttavia ci sono dei bot che agiscono ricaricando velocemente i contenuti eliminati e reindirizzandoci sopra gli utenti.
Durante il fine settimana del 25 maggio, siamo venuti a conoscenza di un numero di account impegnati in un attacco coordinato rivolto alla directory del gioco ‘Artifact’ per condividere contenuti che violano gravemente i nostri termini di servizio – ha detto in una nota un portavoce di Twitch – Abbiamo lavorato con urgenza per rimuovere il contenuto offensivo e sospendere tutti gli account coinvolti in questo comportamento e stiamo prendendo misure per impedire che ciò accada sul nostro servizio in futuro
I 100 streamer anonimi che si sono “divertiti” a prendersi gioco della piattaforma di live streaming – una volta scoperti – saranno bannati a vita dalla piattaforma e gli verranno addebitati i danni arrecati al portale per questo loro scherzetto.
E le iniziative illecite del gruppo non si sono limitate al caricamento sulla piattaforma di video non consentiti, ma ha anche utilizzato senza alcun permesso i loghi di Twitch. Ciò ha dato la possibilità all’azienda di muovere causa nei confronti degli streamer anonimi anche per violazione del copyright.
La causa è stata depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti del nord della California il 14 giugno e riguarda appunto la violazione del marchio, del contratto, frode e utilizzo illegale della piattaforma.