Twitter ha acquisito Revue, una startup olandese che consente agli utenti di pubblicare e monetizzare newsletter via mail direttamente, piuttosto che fare affidamento su sponsorizzazioni o annunci, e che serve i principali editori come Vox Media e The Markup.
Il nostro obiettivo è rendere loro più facile connettersi con i propri abbonati, aiutando anche i lettori a scoprire meglio gli scrittori e i loro contenuti”
hanno scritto Kayvon Beykpour, Product Lead di Twitter, oltre che CEO e cofondatore di Periscope, e Mike Park, vicepresidente per i prodotti editoriali di Twitter, sul blog dell’azienda di San Francisco. Nella stessa nota si legge che la società sta pensando di ottimizzare al meglio il servizio attraverso una serie di funzioni ad hoc, “dal consentire alle persone di iscriversi alle newsletter dai loro profili preferiti su Twitter, a nuove impostazioni per gli scrittori che potranno quindi gestire le conversazioni con i loro iscritti.”
Twitter e gli scrittori
Secondo i due dirigenti, portare Revue su Twitter aiuterà gli scrittori a far crescere i loro abbonati a pagamento e la diffusione dei loro lavori, e allo stesso tempo li incentiverà a produrre contenuti coinvolgenti e pertinenti per “guidare” le conversazioni su Twitter.
Per il resto la startup olandese continuerà a funzionare come servizio autonomo, anche se dal 26 gennaio le sue funzionalità professionali diventeranno gratuite per tutti gli account. La tariffa per le newsletter a pagamento a carico degli autori, inoltre, è stata ridotta al 5%. Scrive ancora Kayvon Beykpour:
Continueremo a investire in Revue come servizio autonomo e il suo team rimarrà concentrato sul miglioramento del modo in cui gli scrittori creano le loro newsletter, costruiscono il loro pubblico e vengono pagati per il loro lavoro. Stiamo anche ampliando il team e assumendo personale in ruoli chiave come ingegneria, progettazione, ricerca e scienza dei dati”.
In questo modo Twitter è certa di creare e mantenere un modello di incentivi e servizi durevole, tant’è che questo viene visto solo come il primo passo di un lungo percorso che mira a migliorare la conversazione pubblica su Twitter, sperando però che quest’ultima si mantenga libera davvero, e non sia condizionata da censure preventive o politiche.