Twitter ha depositato presso la Security and Exchange Commission un aggiornamento ai propri documenti per l’approdo al New York Stock Exchange (NYSE) per la quotazione pubblica delle proprie azioni. L’aggiornamento è relativo alla questione che più di ogni altro gli investitori attendevano: il prezzo delle azioni e la quotazione complessiva del gruppo.
La sorpresa è nel fatto che la quotazione complessiva è al di sotto delle aspettative, in quanto la proiezione del valore dell’azienda si ferma a 11 miliardi di dollari dopo che i rumor della vigilia avevano suggerito un valore pari a circa 15 miliardi. Sulla pubblica piazza verranno piazzate 70 milioni di azioni ad un prezzo approssimativo di 17-20 dollari, consegnando nelle mani degli investitori il 13% circa della proprietà. Complessivamente il gruppo andrebbe così a raccogliere qualcosa come 1,4-1,6 miliardi di dollari.
Occorre ricordare come una cifra di questo tipo sarebbe utile anzitutto per appianare i conti del gruppo, in passivo ormai di oltre mezzo miliardo di dollari, mentre la parte restante potrebbe consentire nuovi investimenti per rilanciare le attività di una community tanto chiacchierata quanto spesso poco consistente nelle sue dinamiche più “social”. La quotazione è vista da molti come “cautelativa”: non troppo alta, soprattutto, per evitare una sorta di “effett Facebook” su quanti ricordano quando il social network di Mark Zuckerberg è partito con i fuochi d’artificio per poi ritrovarsi nel giro di poche settimane a fare i conti con un tracollo (poi invertito e recuperato nel giro di un anno) del valore delle azioni.
I principali vincitori dopo l’IPO saranno comunque i fondatori: Jack Dorsey vende lo 0,6% del gruppo e ne trattiene il 4,3%; Evan Williams vende l’1,6% e trattiene il 10,4% (incassando circa 1 miliardo di dollari); Dick Costolo rimane con in mano l’1,4% della proprietà.
L’esordio delle azioni TWTR potrebbe avvenire il prossimo 6 novembre.