Il microblogging da un miliardo di cinguettii a settimana è un sistema basato su poche celebrità e i riflettori che gli altri gli puntano contro: 20mila utenti producono la metà dei tweet.
Questo assunto viene da uno studio statistico di Yahoo, “Chi dice cosa a chi su Twitter” appena pubblicato e destinato sicuramente a far discutere la blogosfera. Le statistiche finali sono certamente clamorose: ci sono 20mila utenti, ovvero lo 0,05 per cento della popolazione di Twitter, che attirano tutta l’attenzione su di sé.
Sfruttando le liste, i ricercatori hanno cercato le correlazioni fra utenti d’élite (divisi in quattro categorie: celebrità, organizzazioni, blogger, media internazionali) e utenti comuni. Sulla base di questa classificazione, hanno scovato una concentrazione definita “impressionante”: il 50 per cento generato da solo 20mila account.
Una coda lunga in salsa Twitter, per citare Chris Anderson, ma con proporzioni ancora più estreme. Statistiche che confermano alcuni dati di cui abbiamo già parlato di recente, come il ruolo dei mass media nei trend dei termini, oppure la forte omologazione tra opinioni e visioni del mondo. In terzo luogo, un dato originale sugli URL trasmessi da diverse categorie di utenti e con diversa durata, sui quali YouTube padroneggia.
Il documento va più in profondità, ma arriva alle stesse conclusioni di altri studi precedenti: Twitter assomiglia più ad un hub, un luogo di scambio di informazioni, piuttosto che a una rete sociale, con un nucleo attivissimo di utenti che producono i contenuti che gli altri si limitano a replicare, senza che avvenga però il contrario. Una celebrità legge i tweet di altre celebrità.
Naturalmente lo studio non dà giudizi, limitandosi a osservare che Twitter è un oggetto molto interessante per mettere alla prova le teorie di comunicazione più consolidate. Resta il dubbio su quanto questa caratteristica sia un bene o un male, o semplicemente una caratteristica naturale sulla quale la società, che ha appena festeggiato il suo quinto compleanno, potrà lavorare.