Mentre in Egitto e in altri paesi in crisi politica i social network vengono oscurati, a Washington si sono inventati un evangelizzatore di Twitter. Il suo compito? Insegnare ai deputati a cinguettare come si deve.
Si chiama Adam Sharp, 32 anni, “capelli castani, occhiali e una spruzzata di lentiggini sul viso pallido” (come lo definisce il New York Times) e da qualche settimana è un facilitatore di Twitter per coloro che siedono a Capitol Hill, l’ambasciatore del cinguettìo Web che, come Mr. Wolf in Pulp Fiction, risolve problemi.
Non pensiamo però ai problemi di qualche politico un po’ attempato che non sa neppure come usare un netbook o uno smartphone: Mr. Twitter a Washington aiuta tutti i membri della Camera e le migliaia di dipendenti statali nella capitale.
Il primo ad avvalersi dei suoi servigi è in effetti stato il nuovo speaker, repubblicano, John Boehner. L’erede di Nancy Pelosi ha aperto un suo account @speakerboehner.
I primi risultati di questo genere di lavoro più unico che raro, l’evangelizzatore Web, non ha nulla a che vedere con il classico lobbista, figura riconosciuta nella politica americana. Twitter tiene molto a questa distinzione, come spiega Alexander Macgillivray:
“L’obiettivo è semplicemente aumentare i contenuti di Twitter e l’attenzione di esso sul governo e i politici”.
Basta seguire lo stesso Sharp sul suo account per scoprire il suo lavoro e vederne gli effetti. Compreso anche l’elenco dei deputati che di giorno in giorno cominciano a twittare, con grande soddisfazione del loro mentore.
L’obiettivo è quello di colmare il gap dei deputati americani rispetto ai sindaci, che hanno cominciato molto prima.
Una realtà decisamente trasparente, che mostra ancora una volta come queste società siano entrate nei favori della politica. Il recente discorso di Barack Obama è lì a dimostrarlo.