Twitter ha pubblicato il suo ultimo rapporto di trasparenza in cui emergerebbe come siano in aumento negli ultimi sei mesi le richieste da parte dei Governi delle informazioni sui dati degli utenti del social network. Nello specifico, nei primi sei mesi del 2014, Twitter avrebbe ricevuto 2.058 richieste provenienti da 54 Paesi. Un dato in forte crescita se paragonato agli ultimi sei mesi del 2013 quando le richieste furono “solo” 1.410.
Il Paese più attivo da questo punto di vista è stata l’America con 1.257 richieste. Seguono, ma molto staccati come numero di richieste, il Giappone (192) e l’Arabia Saudita (189). Numeri “modesti” per il vecchio continente dove spicca la Gran Bretagna con 78 richieste. Per quanto riguarda l’Italia, nei primi sei mesi del 2014, sono state solo 10 le richieste di accesso ai dati degli utenti. Per poter aver accesso ai dati del social network, chi fa richiesta deve ovviamente essere in possesso di un mandato di un tribunale. Informazioni quali indirizzi IP o eMail possono servire infatti per indagini a seguito di denunce specifiche.
Il rapporto non comprende le richieste di sicurezza nazionale perché Twitter, insieme ad altre aziende di Internet, non possiede l’autorizzazione a diffondere i dati di queste tipologie di richieste. Il social network, all’interno del suo rapporto di trasparenza, afferma anche che oltre alle richieste di accesso ai dati degli utenti, avrebbe ricevuto anche 432 richieste di rimozione dei contenuti, in aumento del 15% dalle 377 richieste negli ultimi sei mesi del 2013.
In cima a questa speciale classifica la Turchia (186) che di recente è stata protagonista anche di alcune azioni di censura verso il social network. Dall’Italia invece non sarebbe arrivata nessuna richiesta di rimozione dei contenuti.
Infine, Twitter ha pubblicato le richieste di rimozione di contenuti legati al copyright: 9.199, con un incremento del 38% rispetto agli ultimi 6 mesi del 2013.