Innovator Patent Agreement, d’ora innanzi IPA. Dietro a questo acronimo si nasconde un modo del tutto nuovo di pensare al mondo dei brevetti, un approccio con il quale Twitter intende instillare nel mondo dell’innovazione un nuovo modo di pensare agli scontri legali tra le parti in virtù di un necessario ridimensionamento del concetto di copyright.
Sulla base dell’accordo IPA, Twitter si impegna formalmente ad un trattamento speciale per tutti quei brevetti che il gruppo ha acquisito dall’esterno, ad esempio tramite l’inglobamento di proprietà intellettuali portate nel gruppo assieme ai relativi inventori. Nello specifico, Twitter continuerà ad utilizzare i brevetti in questione, ma riservandone l’uso a fini cautelativi senza sfoderarli come arma d’attacco nei confronti di aziende terze (a meno di precisi accordi con l’inventore originale del brevetto stesso). Soltanto i brevetti propri saranno quindi usati in contese legali, mentre quelli “ereditati” diventeranno semplice esercito di difesa.
Twitter ha annunciato la propria idea ed ha spiegato di volerla adottare appieno entro l’anno in corso. Il documento è stato pubblicato su GitHub con licenza Creative Commons 3.0 per presa visione pubblica ed il gruppo spera ora di poter raccogliere attorno al proprio progetto un vasto numero di aziende pronte a far propria medesima filosofia. Il tutto con inequivocabili vantaggi che, inanellati attorno all’iniziativa, ne delineano il valore intrinseco, ne rivelano il potenziale carico rivoluzionario e configurano una situazione del tutto singolare ed alternativa rispetto a quello che è il contesto in cui il gruppo opera.
Anzitutto Twitter si garantisce un vantaggio competitivo da offrire a qualsivoglia sviluppatore che in futuro possa trovarsi a dover scegliere tra un progetto con Twitter ed uno con un concorrente: Twitter, garantendo nero su bianco di non utilizzare i brevetti coinvolti in senso offensivo, mette lo sviluppatore in una posizione garantita nel caso in cui in futuro intenda continuare a lavorare in modo indipendente nel medesimo contesto. Al tempo stesso, maggiore è il numero delle aziende che sposerà l’IP, minori sono le possibilità di trovarsi invischiati in questioni legali relative a violazioni di proprietà intellettuale.
Meno troll, più innovazione; meno liti, più collaborazione. L’idea, aperta ora al pubblico dibattito per arrivare ai necessari affinamenti della proposta originale, è stata generalmente ben accolta in qualità di possibile via d’uscita da una situazione densa di frizioni che sta giocando gli equilibri di mercato più nei tribunali che non nella sfida tra i prodotti. L’IPA, insomma, potrebbe rivelarsi un progetto contagioso, che in molti potrebbero interpretare positivamente adottandolo come nuova necessaria dimensione entro cui agire per la tutela della proprietà intellettuale. Così facendo Twitter alza una bandiera neutrale e si chiama fuori dalla guerra dei brevetti che imperversa nel mondo della tecnologia sposando, sfruttando la declinazione proposta da ReadWriteWeb, «pragmatismo e idealismo»: un vantaggio competitivo nel nome di una dichiarata neutralità (a meno di necessarie azioni di auto-tutela di fronte ad offensive altrui).