Twitter: le ultime mosse e alcune idee per monetizzare

Twitter: le ultime mosse e alcune idee per monetizzare

Advertising Age ha dedicato due interessanti servizi alle ultime novità su Twitter e ad alcune ipotesi su come il popolare servizio
di microblogging potrebbe sviluppare il proprio modello di business.

Innanzitutto, è stato raggiunto un importante accordo tra Twitter e il più grande mobile provider indiano, Bharti Airtel: nel gigantesco mercato indiano (457 milioni di contratti per cellulari), diventa così possibile ricevere e inviare tweets direttamente dal cellulare. Ciò significa che l’India potrebbe rapidamente diventare uno dei più importanti bacini d’utenza per Twitter (se non il più importante).

Nel frattempo, nel contesto dell’iper-tecnologico Giappone, Twitter sta tentando una penetrazione migliore con la messa a punto di una nuova piattaforma mobile in lingua giapponese: rumor al momento dicono che proprio in Giappone Twitter potrebbe testare le reazioni all’utilizzo di banner ads.

Michael Learmonth, di Advertising Age, ha poi intervistato uno dei 14 sviluppatori iniziali di Twitter, Dom Sagolla, che aveva il ruolo di ingegnere nel controllo della qualità e che attualmente sviluppa applicazioni per iPhone (ne ha sviluppata una anche per la campagna elettorale di Obama nel 2008).

Alle domande su come Twitter potrebbe iniziare a monetizzare in modo soddisfacente, Sagolla fa alcune ipotesi:

  1. far pagare gli utenti “Twitter-dipendenti”, dando soltanto 10 tweet gratuiti al giorno;
  2. far pagare i profili “certificati” (“verified”), quelli delle star e delle celebrità insomma (clienti importanti che utilizzano il servizio a scopi promozionali e di marketing);
  3. tentare la strada degli ads, considerando che l’audience di Twitter non comprende solo gli utenti, ma anche chi fa ricerca.
  4. Inoltre, c’è l’ipotesi di sfruttare meglio il database vendendo dati a imprese, aziende di marketing e così via. Il problema da affrontare è quello della “balena” talmente grande da poter affrontare: insomma (avverte Sagolla) in mancanza di un modello di business adeguato, Twitter potrebbe soffrire seri problemi di gigantismo, molto difficile da gestire se non si hanno risorse all’altezza di quelle di Google.

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