Con 370.000 nuovi account registrati ogni giorno e un nuovo layout ormai prossimo al debutto, la buona salute di Twitter sembra essere fuori discussione. Il futuro della piattaforma però, secondo uno degli ingegneri informatici che hanno contribuito alla sua nascita, potrebbe riservare brutte sorprese. Per evitarlo è necessario un nuovo approccio alla Rete, più aperto e decentralizzato, stando all’analisi di Alex Payne pubblicata sulle pagine di BusinessWeek.
È una decisione che, ad un certo punto della crescita, spetta a tutte le aziende più importanti impegnate in questo settore: rendere la propria attività un vero e proprio network decentralizzato dedicato alla comunicazione o barricare le risorse all’interno di una fortezza gestita e controllata direttamente ed esclusivamente dal suo interno. Nel primo caso si tratterebbe di un investimento a lungo termine, ma potenzialmente capace di incontrare il favore degli utenti e garantire un futuro più roseo. La seconda opzione, scelta dai dirigenti Twitter e causa principale dell’abbandono da parte di Payne, mira esclusivamente a un ritorno in termini economici nel breve periodo.
Alla lunga, la strada intrapresa dalla piattaforma di microblogging, rischia di rivelarsi controproducente. Oggigiorno gli utenti sono più attenti a come vengono gestite le proprie informazioni, alle modalità con cui sono condivisi i loro interventi, alla tutela della privacy. Lo dimostra l’interesse suscitato da un progetto come Diaspora, che in pochi mesi è passato dallo status di semplice idea portata avanti da quattro studenti ad essere etichettato da più parti come potenziale anti-Facebook, proprio grazie al suo approccio open source tanto gradito dai netizen.