Uno strumento analitico per monitorare la diffusione di un’epidemia. Twitter non finisce di stupire per i suoi molteplici usi, ma quello individuato in uno studio pubblicato sullAmerican Journal of tropical medicine, è davvero interessante: nei mesi drammatici del colera a Haiti dopo il terremoto, Twitter si è rivelato molto veloce e preciso nel fornire indicazioni utili ai medici.
Lo studio, è il frutto dell’elaborazione dei dati epidemiologici dei primi cento giorni della malattia incrociati con quelli del social network: l’idea dei ricercatori della Harvard Medical School e quelli del Children’s Hospital di Boston è stata di utilizzare una piattaforma, HealthMap per virtualizzare i risultati. I dati medici e i 190 mila tweet, insieme, hanno prodotto un risultato molto rilevante, come sottolinea una delle ricercatrici, Rumi Chunara:
«Quando abbiamo analizzato le notizie provenienti da Twitter, relative ai primi giorni di epidemia nel 2010, abbiamo visto che contenevano moltissime informazioni utili sulla trasmissione del colera, e che potevano fornire i dati anche con due settimane di anticipo rispetto alle statistiche ufficiali diramate dal Ministero della Salute e dal Governo di Haiti.»
Superfluo aggiungere cosa può significare per la salute di una popolazione anticipare di due settimane un’epidemia. Anche se questi dati non possono sostituire quelli medici, Twitter, secondo i relatori di questo studio, potrebbe essere affiancato per monitorare eventuali epidemie dopo i disastri naturali. Non tanto perché più preciso, piuttosto perché molto più veloce. Forse sta nascendo una nuova disciplina tecnico-medica: la social-bio sorveglianza.